COSENZA – La Sicilia si avvia all’uscita dalla zona bianca mentre la Sardegna – dopo il nuovo aumento di ricoverati per il virus nei reparti di area medica – apre nuove degenze e trasferisce medici e pazienti. Con l’area gialla che incombe, le regioni corrono ai ripari per scongiurare chiusure attivando nuovi posti letto e per alzare la soglia di occupazione per non finire in zona gialla e che prevede un limite del 15% in area medica e del 10% nelle terapie intensive. Secondo gli ultimi dati aggiornati la Sicilia è in ‘area critica’ per il tasso di occupazione delle terapie intensive e dei reparti. In base ai monitoraggi Agenas, infatti, ha toccato il 10% (+1%) soglia massima prevista dai nuovi parametri. Aumento dell’1% anche per le aree mediche non critiche dove l’isola raggiunge il 17% (ben oltre il limite del 15%). Meglio la Sardegna che ‘decongestiona’ i posti letto in terapia intensiva con un -2% a 9% ma cresce dell’1% nei reparti toccando il 10%. In crescita le intensive di altre 8 regioni con il balzo della Calabria che tocca il 7% (+3%) mentre, come ieri, si attesta al 14% il tasso di occupazione nelle le aree mediche.
Calano i vaccini, somministrate 8mila dosi
Nelle ultime 24 ore sono state circa 8.000 le dosi di vaccino anti Covid 19 somministrate in Calabria. Il dato emerge dall’ultimo report del governo, nel quale su scala nazionale la Calabria resta in penultima posizione nel rapporto tra dosi somministrate e consegnate. Nell’ultima rilevazione, aggiornata a questa mattina, la Calabria si attesta all’89,5% mentre la media nazionale è 95,4%. Complessivamente, in Calabria sono stati finora somministrati 2.183.980 vaccini (ieri erano 2.176.061) su 2.439.840 consegnati.
Contagi, superato il picco
I 5.273 casi di positivi al Coronavirus su 238.073 tamponi registrati nelle ultime 24 ore in Italia fanno ben sperare. Per gli esperti il plateau della curva di contagio è stato raggiunto intorno a Ferragosto ed ora comincia una lenta discesa. Ma le 54 vittime – ieri erano 24 e il giorno prima 19 – riportano l’attenzione sulla necessità di avere dati più precisi sui pazienti deceduti per Covid: dall’età, alle malattie pregresse, e soprattutto se si tratti di pazienti che avevano ricevuto il vaccino oppure no. E mentre Israele conta 8.646 nuove infezioni in un solo giorno, un record negli ultimi 6 mesi, la rivista scientifica Pnas pubblica i dati di una meta analisi di alcune università Usa da cui emerge che più di un terzo delle infezioni sono asintomatiche. Argomento al centro delle considerazioni degli scienziati anche in Italia, che ritengono la stima dei casi al di sotto dei numeri reali, essendo buona parte degli infettati senza sintomi e quindi non sottoposti al test. Negli ultimi giorni è stato fatto da un quarto a un quinto di test in meno rispetto alle scorse settimane. Ieri, per esempio erano 70mila contro i circa 300mila dei mesi passati. Meno test si fanno, meno casi si rintracciano. Il numero dei casi è sottostimato. Ma le ospedalizzazioni non sfuggono, e sono in incremento. Nell’ultima giornata, secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid sono 423, in aumento di 19 unità rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri, sono 49 (ieri erano 32). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 3.472, con un incremento di 138 su ieri. Dall’inizio della pandemia i casi sono 4.449.606, i morti 128.510. I dimessi e i guariti sono invece 4.191.980, con un incremento di 4.794 rispetto a ieri, mentre gli attuali positivi salgono a 129.116 con un aumento di 420 casi nelle ultime 24 ore.