Calabria
In fin di vita il padre dell’ex sindaco di Riace
Mimmo Lucano sottoposto al divieto di dimora non può rientrare in paese
ROMA – Ventitremila firme in 24 ore. La petizione del “Comitato Undici Giugno” per far ritornare l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano nel suo comune e consentirgli di far visita all’anziano padre malato sulla piattaforma Change.org ha avuto un vero boom di adesioni. Il Comitato nella richiesta si appella al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al quale sarà presentata a breve una formale richiesta. I promotori della petizione hanno commentato così il risultato ottenuto in 24 ore dalla campagna sulla piattaforma online: “Non ci aspettavamo una reazione così veloce, un risultato così importante – hanno commentato i promotori della petizione change.org/dignitapermimmo -. Il caso è così forte da far capire quanto questa ingiustizia sia sentita nel Paese. Il nostro obiettivo è che venga revocato il provvedimento restrittivo, ripristinando un diritto che a Lucano è stato sottratto. Non c’è ragione giuridica per cui a Lucano dovrebbe essere sottratto questo diritto, mentre il padre è ricoverato in condizioni gravi in ospedale. Riponiamo fiducia nella magistratura giudicante.” Oggi la petizione è stata in trending topic su twitter. La campagna del Comitato Undici Giugno è stata rilanciata da personaggi ed esponenti politici.
“Suo padre sta morendo e Mimmo Lucano non può tornare a Riace per dargli l’ultimo saluto. Mi unisco alla richiesta del comitato undici giugno, spero prevalga il rispetto per i valori umani in cui tu, Mimmo, hai sempre creduto. Voglio vederti presto abbracciare di nuovo tuo padre”. Lo scrive in una nota la deputata di Leu, Laura Boldrini. Anche Rifondazione comunista chiede che le istituzioni, “dal presidente della Repubblica che è anche presidente del Consiglio Superiore della Magistratura al ministero della Giustizia”, si attivino per permettere all’ex sindaco di Riace Domenico Lucano di poter tornare nel suo paesino per visitare il padre malato, e quindi “si adoperino per porre fine a questa persecuzione”. Lo scrive il partito in una nota, aggiungendo: “Debbono farlo ora e subito”.
“L’esilio di Domenico Lucano dura ormai da quasi un anno. Colpevole dichiarato del reato di solidarietà, forse il più grave e sovversivo in questo Paese in cui si gareggia a chi sparge più odio, l’ex sindaco di Riace continua a subire il divieto di dimora nel suo paese, in attesa che un processo fondato sul nulla riprenda le udienze – si legge nella nota – Mimmo ha un padre anziano e malato, vorrebbe poterlo abbracciare ma questo gli è proibito da una procura senza pietà. Lucano non chiede però pietà, ma di poter tornare a Riace da libero cittadino, non in nome di caritatevoli concessioni”. “Mimmo Lucano ha il diritto di poter tornare a Riace per riabbracciare per l’ultima volta suo padre anziano, malato e in fin di vita. Mi unisco all’appello del “Comitato Undici Giugno” perché sia immediatamente consentito a Mimmo Lucano di rientrare nella sua città”. Lo scrive Roberto Saviano su facebook.
“Mimmo è un uomo esiliato, tenuto lontano dalla sua terra e dai suoi affetti – sottolinea lo scrittore -. Nel processo in cui è coinvolto, la Cassazione ha demolito l’ordinanza del Riesame, ma l’esilio è stato confermato e ora è di nuovo al vaglio della Suprema Corte. Colpire Mimmo Lucano è stato l’atto più pericoloso di propaganda politica cui abbiamo assistito. Pericoloso per il nostro Paese, per la tenuta sociale, per la sicurezza delle nuove generazioni. Una propaganda iniziata con Minniti e continuata da Salvini”. “Bisognava criminalizzare il sistema Sprar – prosegue Saviano -, ovvero l’unico tipo di accoglienza sana che fa bene a italiani e immigrati, sinonimo di integrazione e sicurezza vera. Demolire la Riace di Lucano è stato per l’Italia un punto di non ritorno e ne pagheremo le conseguenze. Ora però uniamoci e chiediamo che sia consentito a Mimmo Lucano di poter salutare suo padre, ‘non per pietà, ma per giustizia’”.
“Non è richiesto di violare leggi o sentenze, ma di applicare le regole fondamentali delle relazioni umane, dei valori dei diritti umani”. Lo afferma, in un post su facebook, il segretario generale della Cgil della Calabria, Angelo Sposato, in relazione alla vicenda dell’ex sindaco di Riace Domenico Lucano impossibilitato a fare visita al padre gravemente malato per il divieto di dimora nel centro del Reggino impostogli dalla Procura della Repubblica di Locri. “Dare la possibilità a Domenico Lucano di recarsi a #Riace dal padre gravemente malato – sostiene Sposato – dovrebbe essere un fatto naturale, un gesto umano, un atto d’amore”. “Mimmo Lucano non è un pericoloso criminale ed è un’inutile sofferenza vietargli di abbracciare il padre”. Lo afferma, in una dichiarazione, il deputato Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana, resa nota dall’ufficio stampa del partito.
“Il papà di Mimmo Lucano – aggiunge Fratoianni – ha 93 anni ed è gravemente malato. Mimmo non può tornare a Riace a salutarlo e stargli vicino, per quel divieto di dimora che gli è stato imposto. Come se si trattasse di un pericoloso criminale. Per questo mi unisco all’appello del ‘Comitato Undici Giugno’, che chiede al Presidente Mattarella di consentire a Mimmo di stare a fianco del padre, negli ultimi giorni”. “Mi unisco all’appello lanciato dal ‘Comitato 11 giugno’ affinchè a Mimmo Lucano sia consentito celermente di poter andare dal padre che si trova in fin di vita a Riace”. Lo afferma, in una nota, Giovanni Puccio, responsabile organizzativo regionale del Partito Democratico.
“L’obbligo di dimora cui è sottoposto Lucano – aggiunge – in questo particolare frangente appare irragionevole sotto numerosi aspetti e, in primo luogo, perché, purtroppo, si concretizza come un atto privo di umanità. Non si può negare al figlio di stare accanto al proprio padre che sta consumando gli ultimi giorni. La clemenza, specialmente quando si ha a che fare con persone mai sottoposte a condanne, deve essere la prima fonte di orientamento in linea con i principi sanciti dalla Costituzione e dalle leggi italiane. Tenere Mimmo Lucano lontano da sua padre, nel momento del distacco, è un provvedimento che rischia seriamente di minare alla radice ogni fondamento di giustizia”. “Per tale ragione – conclude Puccio – siamo convinti che presto la magistratura competente provvederà a rimuovere l’obbligo di dimora per Lucano e consentirgli, così come a qualunque altra persona, di salutare per l’ultima volta il genitore”.
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