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Piante di “skunk” scoperte a Riace dalla Guardia di Finanza

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Piante di “skunk” scoperte a Riace dalla Guardia di Finanza

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RIACE (RC) – Tra le sette piantagioni di canapa indiana

individuate dalla Guardia di Finanza di Locri, a Riace, nella locride, ve ne era una in cui si coltivava la rara e costosa ed altamente tossica varieta’ denominata “skunk”. Nel complesso, e’ stato ribadito in conferenza stampa a Locri, dal Procuratore della Repubblica di Locri, Luigi D’Alessio, sono 4.425 le piante scoperte dai finanzieri (occuperebbero lo spazio di circa 4 campi di calcio) ed erano coltivate in terreni confinanti tra loro tra la Contrada Pipedo e la contrada Stano’ di Riace, in una zona impervia che si sviluppa su diversi terrazzamenti, interamente circondate da alti roveti e canne. Le stesse avevavo raggiunto un’altezza di circa 3 metri. La scoperta e’ stata fatta nel corso di una ricognizione effettuata dalla Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, dipendente dal Reparto Operativo Navale di Vibo Valentia. Giunti sul posto i finanzieri del Gruppo Locri hanno individuato altre 6 piantagioni di canapa indica, di cui una, appunto, di tipo “skunk”. Si tratta di un incrocio tra la qualita’ sativa e quella indica, attualmente una delle varieta’ piu’ costose (circa 25.000,00 euro al Kg) e nocive al mondo.

Alcuni studi hanno evidenziato che la skunk sia 20 o 30 volte piu’ potente delle vecchie varieta’. Sarebbe stato assolutamente impossibile rinvenire la piantagioni con un’azione effettuata solo da terra. Su indicazioni del P.M. di turno della Procura della Repubblica di Locri, Giuseppe Adornato, sono state estirpate le piante e bruciate, mentre una parte conservate per analisi chimico-qualitative. La piantagione era dotata di un complesso ed articolato sistema di irrigazione costituito da tubi in polietilene nero. La sostanza stupefacente ricavata, qualora commercializzata, avrebbe fruttato guadagni illeciti per un valore di 4.000 euro per ogni singola pianta, quindi in tutto 17 milioni e 700 mila euro. Sono in corso ulteriori indagini per risalire ai responsabili dell’illecita coltivazione. 

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