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Si finge depresso ed esce dal carcere, in manette moglie e figlio

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Si finge depresso ed esce dal carcere, in manette moglie e figlio

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COSENZA – “Mio marito sta male, ricoveratelo a Villa degli Oleandri”.

L’SOS fu lanciato al 118 in una tiepida primavera di tre anni fa dalla moglie dell’indiscusso boss della locride Giuseppe Pelle. Ed avallato dalle perizie fittizie confezionate ad arte da due professionisti dediti al favoreggiamento della criminalità organizzata: il dottor Francesco Moro del pronto soccorso di Locri e Guglielmo Quartucci primario della clinica cosentina Villa degli Oleandri. Grazie al loro intervento il rais della cosca Pelle sarebbe riuscito in più occasioni a sfuggire alla detenzione carceraria grazie a degenze pilotate presso la clinica di Quartucci. I ricoveri sarebbero stati alacremente documentati con tanto di referti neuropsichiatrici, cartelle compilate con dovizia di dettagli e terapie farmacologiche a cui il Gambazza depresso si sarebbe dovuto sottoporre. Tutto falso. Tranne la scarcerazione. Un provvedimento che avrebbe così permesso al boss di continuare ad agire indisturbato come testimoniato dalla deposizione dal ‘pentito’ Samuele Lovato in cui l’ex uomo d’onore del cosentino parla di un meccanismo diffuso tra gli ambienti della criminalità organizzata per ottenere facili scarcerazioni. “Io so che parecchie persone che appartengono alla malavita fanno richiesta – ha dichiarato Lovato alla presenza dei giudici – e pilotano la loro uscita dal carcere facendo avere tramite i loro avvocati delle richieste e delle disponibilità da Villa degli Oleandri per finire a Villa degli Oleandri. Una volta arrivati a Villa degli Oleandri, fanno esattamente quello che facevano a Villa Verde cioè gonfiano le patologie, riportano sopra le cartelle farmaci che non vengono assolutamente somministrati, falsificano dei test”. Già Villa Verde un’altra pedina della sanità al servizio della ‘Ndrangheta. La clinica cosentina solo un anno fa fu infatti al centro di una vicenda giudiziaria che portò all’arresto del direttore del nosocomio Arturo Ambrosio e di uno psicologo della struttura Franco Antonio Ruffolo. I due dopo aver ricevuto un ingente somma di denaro dalla moglie di Antonio Forastefano noto esponente dell’omonima ‘ndrina dell’Alto Jonio cosentino avrebbero infatti redatto false perizie psichiatriche per consentire la scarcerazione del boss. Secondo l’accusa la moglie e il figlio di Gambazza si sarebbero resi responsabili in concorso con i medici già condannati per falsa attestazione in atti destinati all’autorità giudiziaria, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici con l’aggravante dalle finalità mafiose sono responsabili dell’indebita scarcerazione del congiunto. La donna dovrà scontare quattro anni e sei mesi di condanna, mentre per il giovane Pelle la pena comminata è di quattro anni. Fingendo ed assecondando la falsa patologia del congiunto i due con la compiacenza del personale medico avrebbero iscenato una vera e propria recita. Protagonista principale: Giuseppe Pelle alias Gambazza nel ruolo del paziente neuropsichiatrico affetto da depressione maggiore. Una commedia che ha retto per anni sul palco di Villa degli Oleandri. Ora si chiude il sipario.

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