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Il maniaco senza identità torna a palpeggiare le passanti
RENDE – Da fine marzo terrorizza le donne del circondario rendese.
Agisce soprattutto nelle ore notturne nei quartieri universitari d’Oltrecampagnano. Dimostra circa 30 anni, ha i capelli biondi ed è alto quasi un metro e ottanta. Ma le autorità da oltre due mesi non riescono a risalire alla sua identità. Nei giorni scorsi è stata denunciata ai carabinieri della compagnia di Rende un’altra aggressione che per le dinamiche con le quali si è verificato potrebbe verosimilmente essere l’opera del maniaco seriale di cui i militari sono alla ricerca da settimane. “Gli elementi forniti dalle vittime – informano dalla stazione dei carabinieri di Rende – fanno pensare che non si tratti di un solo individuo, ma di più persone con problemi psichiatrici che reiterano le violenze con le stesse modalità”. L’ultima vittima è una ventiseienne di Vibo Valentia. Un’altra studentessa fuori sede. La giovane, rincasando a piedi come di consueto, la sera del 30 Maggio sarebbe stata bloccata nella strada che da via Marconi porta a via Savinio. Un uomo con un cappello che ne occultava i lineamenti avrebbe colto di sorpresa la studentessa aggredendola alle spalle. Con forza l’uomo avrebbe immobilizzato la ragazza tentando di baciarla palpandole insistentemente i glutei. “Era una belva, – avrebbe detto la vibonese ai militari – continuava a sussurrarmi ‘bella mia, bella mia’ mentre continuava a mugugnare”. Le pulsioni dell’uomo avrebbero così impaurito la ragazza che è riuscita comunque ad opporsi alla violenza respingendo l’aggressore con una raffica di calci e pugni ed inducendolo alla fuga. Sempre nei pressi di via Marconi tra marzo e aprile si sarebbero consumati due episodi simili. Un uomo di cui le due giovani vittime avrebbero reso un preciso identikit avrebbe trascinato in un vicolo, a distanza di poche ore, una prima studentessa tentando di stuprarla. Fallito l’intento per la violenta reazione della giovane avrebbe riprovato con un’altra passante. Le due pur non conoscendosi avrebbero descritto l’uomo fornendo indizi identiti. Il tenente Marino della compagnia di Rende intanto cerca di scongiurare l’effetto panico in città, tranquillizzando la comunità: “non esiste un ‘mostro di Rende’”.
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