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Cara Francesca, ti rispondo da Cosenza
COSENZA – E’ brutto vedere come ci si possa distaccare dal passato, dalle proprie origini, dalla propria terra. Hai dato un racconto della nostra Calabria (ma forse dovrei dire solo mia) tremendo…
Forse sei stata una persona sfortunata, forse sei cresciuta davvero nell’ambiente che descrivi: senza baci di tua madre, senza parlare con lei, sentendoti zittire ad ogni tua manifestazione di pensiero, vedendo padre e nonno alzare le mani… parole tue. Credo che tu abbia parlato della tua esperienza e non che volessi ergerti a rappresentare la realta’ di un’intera regione che, credo, tu non conosca pienamente. Io, da cosentina, vorrei raccontare anch’io la mia esperienza come te per far capire che “noi calabresi oggi” NON “siamo tutte Fabiana”. Non siamo tutte sfortunate come lei. Ma, poi, tu, che ne sai di questa povera ragazza? Presumi di sapere la sua vita solo perche’ sei nata in un paesino vicino a quello in cui lei viveva? Davvero presuntuoso da parte tua. Comunque, io sono nata a Cosenza, in Calabria, 32 anni fa. Dalle mie parti, si cerca “un maschio” per amore, per condividere la vita o anche solo per sesso. AHHHHHHH!!! Non lo sapevi? Anche in Calabria si fa l’amore per puro piacere, non a forza per procreare…ormai l’hanno accettato anche i preti! Sai, quando io ho fatto l’amore la prima volta, mentre il mio fidanzato di allora faceva la doccia, la prima persona che ho chiamato e’ stata proprio mia madre. Ed era anche contenta per me! In casa non ho mai visto alzare le mani ne’ su mia madre, ne’ su noi figli… e devi credermi che, essendo tre bambini, la pazienza si poteva perdere facilmente! Ma forse i miei genitori sono degli extraterrestri…o forse esistono famiglie, anche in Calabria, dove non e’ la violenza a regnare e dove non e’ “simbolo di virilita’”.
Cara Francesca, anch’io sono andata a vivere fuori città… a Roma precisamente. Ma non per fuggire da casa, ma per studiare all’università e per imparare a responsabilizzarmi maggiormente vivendo da sola. Sono stati anni bellissimi. Ho vissuto anche un periodo all’estero e…sai cosa mi e’ successo? Non facevo altro che pensare alla mia terra, a quanto mi mancava, a quanto e’ forte il legame naturale che si crea con i propri luoghi di provenienza e cosi’ sono tornata a Cosenza… felice. Felice di vivere in una citta’ in cui ho deciso di costruire la mia famiglia, in cui vive anche la mia di origine, i miei veri amici, il mio mare, i miei luoghi, i miei ricordi piu’ belli, in cui il mio cuore batte piu’ forte. Non nego che la nostra terra abbia delle difficolta’ o dei problemi da risolvere. Ma la Calabria che descrivi tu credo risalga a circa 70-80 anni fa… sicura di avere 30 anni??? A parte gli scherzi, all’inizio, quando ho letto la tua lettera, ho provato un profondo senso di rabbia per la banalita’ dei soliti attacchi alla mia terra. Sono terrona vero? In un secondo momento, invece, ho provato un po’ di tristezza per te… sarai anche una bravissima manager, una persona arrivata professionalmente, ma sei una persona senza storia.
E se non si accetta cio’ che si e’ stati, difficilmente si migliora umanamente.
…nonostante tutto, il tuo pezzo di cuore, puoi tenertelo.
Per visualizzare la lettera di Francesca Chaouqui pubblicata sul portale di Corriere della Sera clicca qui
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