Nel mare magnum birrario non si può sottovalutare la rilevanza che hanno ormai assunto le produzioni più particolari. Nel nostro Paese, pare che le birre speciali abbiano letteralmente ammaliato i mastribirrai.
Già da diverso tempo infatti molti hanno sviluppato birre Sour Ale, o acide, con ottimi risultati!
Non si possono certo definire easy. Quella delle birre acide è una macro categoria ampia e molto vaga nella quale rientrano sperimentazioni nuove e creative. L’elemento comune è l’acidità, qualità che dona vivacità e freschezza. Questa caratteristica deriva del tipo di lieviti utilizzati; infatti nella fermentazione delle birre acide si usano diverse specie di lieviti, i più comuni sono i Brettanomyces, oltre ad alcuni tipi di batteri.
Queste birre richiedono un maggior tempo per la fermentazione e per l’invecchiamento in botte che generalmente può arrivare anche a tre anni. Questo processo permette lo sviluppo dei sapori acidi e attenua quelli più spigolosi di origine batterica. Se i brewmaster riescono a trovare l’equilibrio il risultato è eccezionale.
Dei tanti bravissimi birrai italici, il primo a introdurre sperimentazioni sull’affinamento delle birre in legno e sulle fermentazioni spontanee è stato Renzo Losi. Tra le birre di più recente produzione spicca la Red Poison: una birra rossa con lieviti Brett affinata sei mesi in botte con whiskey, particolarissima, assolutamente da provare.
