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Loredana Bertè racconta la sua famiglia calabrese, lo zio la denuncia
Il settantaseienne è stato definito dalla cantante come un avanzo di galera impegnato a spillare denaro alla nonna.
MILANO – “Un poco di buono che entrava e usciva di galera”: questo il poco lusinghiero ritratto vergato da Loredana Berté dello zio Rodolfo Dato nel libro autobiografico “Traslocando. E’ andata cosi'”. Ora il signor Dato, 76 anni, fratello della mamma di Loredana, assistito dall’avvocato Luca Anticoli, ha presentato una querela alla Procura di Padova accusando la rocker di averlo diffamato. In questi giorni depositera’ un’istanza di mediazione all’organismo di conciliazione di Milano e se non si arrivera’ ad un accordo lo zio chiederà 500 mila euro di danni alla nipote ed altrettanti alla casa editrice del volume, la Rizzoli. La querela riguarda anche la memoria della mamma (deceduta nel 1958) dello zio della Berte’. Il passaggio incriminato è a pagina 22 del libro: “Mia nonna aveva un sacco di galline e sapeva come difendersi dallo zio Rodolfo, un poco di buono che entrava e usciva di galera e le fregava sempre i soldi. Sotto la gonna aveva cucito delle tasche interne, piangeva miseria, ma a sera quando si spogliava dal nascondiglio uscivano i risparmi, rotoli di denaro che rivelavano ricchezze inaspettate. Viveva tra il pollaio e l’uscio della stamberga”. “Speriamo di trovare un accordo bonario con la controparte – afferma il difensore di Dato – il mio assistito e la signora Berte’ non si sentono da 20 anni. Nel libro non viene citato il suo cognome, ma ‘Rodolfo’ e’ chiaramente il fratello della mamma della Berte'”.
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