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La scorrettezza che ‘vuole’ scorrettezza tra il Pd e il Pse

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La scorrettezza che ‘vuole’ scorrettezza tra il Pd e il Pse

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La candidatura a sindaco di Cosenza di Enzo Paolini ha aperto la guerra senza esclusione di colpi tra i due partiti.

 

COSENZA – In tempo di elezioni tutto è permesso e tutto può saltare. E allora può capitare che pur di portare maggior credito alle proprie ragioni, si scredita con malvagità chi fino a un minuto primo era considerato un amico, un confidente, un alleato sincero. Tu mi hai fatto un danno? E allora io ti rispondo con la stessa moneta. Fa parte delle regole della politica di casa nostra. Più o meno. Quando la sfida tocca livelli di mediocrità tali da giustificarne ogni atto.
 

E così, i tanti giornalisti chiamati ad ascoltare, a commentare, a carpire e a proteggersi dal candidato di turno, possono trovarsi un bel giorno nel bel mezzo di una disarticolata (per la foga del momento, intendiamoci) e avvelenata conferenza stampa del Pse cosentino, messa in piedi dopo la decisione del Pd di espellere dall’anagrafe del partito Giuseppe Mazzuca. “Ma di che stiamo parlando?”, si chiedono a quel punto smarriti (e guardandosi l’uno con l’altro alla ricerca di conforto) i cronisti presenti. La risposta di chi li ha convocati in quel luogo avvelenato è immediata e ripetuta all’infinito: “Ma di che stiamo parlando?”. Sì, è proprio così, ad un “Ma di che stiamo parlando?” implicito degli addetti all’informazione locale, l’uomo politico di turno risponde con un “Ma di che stiamo parlando?” esplicito e reiterato.
 

Ma il clou dell’evento arriva quando finalmente quello (o quelli…c’è anche il candidato sindaco del Pse Enzo Paolini) dietro la scrivania parte a razzo con lo ‘sputtanamento’ dell’avversario (in questo caso il Pd e in special modo il suo segretario provinciale Luigi Guglielmelli) che prima era amico, confidente e alleato sincero e ad un tratto è diventato estraneo e traditore bugiardo. Viene letto un messaggio inviato sullo smartphone del politico avvelenato che risale al tempo della pace quando l’uno (Guglielmelli) chiedeva all’altro (Mazzuca): “Ma chi è sto Presta?”. Una domanda posta pochi giorni dopo che lo stesso aveva provato a convincere il mondo (oltre a Mazzuca) che ‘sto Presta’ era uno in gamba che avrebbe cambiato il volto della città nel momento in cui sarebbe diventato sindaco. Sms che mette in risalto, se mai ce ne fosse bisogno, il tasso di comicità raggiunto dal Partito democratico calabrese. Ma ciò che emerge maggiormente in questa guerra senza esclusione di colpi, è la scorrettezza. La “scorrettezza che vuole scorrettezza”, proprio come l’organizzatore della conferenza stampa ha tenuto a sottolineare prima di leggere il messaggio del suo ex amico. Solo a quel punto, a quanto pare, i cronisti giunti sul posto hanno veramente capito di cosa si stava parlando lì dentro.

 

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