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Terremoto, il Tirreno torna a tremare. Mille scosse in un mese
COSENZA – Sisma di bassa magnitudo nel Golfo di Policastro.
Una scossa di terremoto di magnitudo 2.6 è stato registrato nel corso della notte dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle 00,03. L’epicentro è stato localizzato a cavallo tra la Calabria e la Basilicata, con l’interessamento delle province di Cosenza e Potenza. I comuni più vicini sono quelli di Aieta, Praia a Mare e Tortora in provincia di Cosenza, Maratea e Trecchina in quella di Potenza. Attualmente non sono stati segnalati danni a cose o persone. Nel mese di Marzo 2013 sono stati registrati lungo l’intera penisola più di mille terremoti, esattamente 1002. Una media di oltre 32 eventi sismici al giorno. Il fenomeno più particolare si è verificato il 24 marzo, nella notte, tra le province di Perugia e Pesaro Urbino alle 2.38 quando ad un sisma di magnitudo 3.3 localizzato a Nord Est di Città di Castello (PG) verso il confine con la Provincia di Pesaro Urbino sono seguiti nella stessa area altri 60 terremoti, la maggior parte di bassa magnitudo. Il terremoto di magnitudo maggiore, 4.3, si è invece verificato il 24 Marzo alle 16.47 nel Mar Ionio ad una profondità di circa 36 Km. L’evento è stato registrato a sud-est della costa ionica della Calabria ed è stato risentito lievemente anche sulle coste della Sicilia orientale. Il 27 di Marzo nel distretto sismico de La Sila è avvenuto un sisma di magnitudo 2.3 alle 12.14 che ha interessato a Cosenza i Comuni di Bianchi, Carpanzano, Colosimi, Pedivigliano, Scigliano, mentre nel catanzarese i movimenti tellurici hanno coinvolto Conflenti, Decollatura, Motta Santa Lucia, Platania, Serrastretta, Soveria Mannelli e Lamezia Terme. Un evento di bassa intensità che ha però portato alla memoria il grande sisma del 1638 avvenuto proprio nella fatidica data del 27 Marzo. Un documento dell’epoca, tradotto dal latino, narra la cronaca episodio. Riportiamo di seguito la descrizione di Recupito del terremoto del 1638:
De novo in universa Calabriae terraemotu congeminatus nuncius
“Correva il giorno 27 del mese di rnarzo che cadeva nel giorno che aveva ricevuto il nobile appellativo di sabato delle palme […]. Era già suonata la 21a ora ed il sole volgeva ai tramonto. quasi a distogliere lo sguardo dal luttuoso spettacolo, quando la terra mossa improvvisamente, in alcune parti scosse in altre distrusse la Calabria tanto citeriore quanto ulteriore, famose provincie del Regno di Napoli: né la confinante città di Messina SI sottrasse ai danno, né Napoli alla paura. [….] Il terremoto infierì molto sulle case della città, ma si mostrò indulgente con gli abitanti. Questa rovina ha avuto un sua durata: e iniziando più debolmente il terremoto ha ammonito i cittadini a rifugiarsi in aperta campagna O in luoghi più sicuri. Circa venti persone sono morte sotto le rovine (un numero molto basso per una città così celebre) ai quali forse o la tarda età o la cattiva salute dei piedi ha impedito la velocità mentre cercavano scampo alla sciagura. Tuttavia la fuga ad alcuni o accelerò o portò la morte. Un mercante, mentre portava a termine non so quale affare presso le porte di un’officina, e strepitando il terremoto era fuggito con la massima velocità possibile in una piazza più ampia, ma si imbatté in una parete che stava cadendo e morí splendidamente schiacciato dalle rovine di magnifici edifici, mentre il piccolo tetto da dove era fuggito rimase intatto. […] Barbara Telesia, donna di nobile stirpe, atterrita dal primo strepito della terra, usci di casa e si portò in luogo sicuro. Ma d’improvviso, come l’animo si riprese dal terrore, si ricordo del figlio, abbandonato tra le fauci della morte, cui per l’età non bastavano né la prudenza nè le forze per la fuga. Per questo ricordo. dimentica di sé, ritornò impavida tra sassi. i pericoli e le rovine. là da dove era fuggita paurosa: era disposta a sopportare con maggior forza qualsiasi evenienza. se accettò di affrontare con il carissimo familiare la comune sorte della vita e della morte. Infatti. mentre la madre provvedeva imprudentemente a figlio, cosa che le circostanze richiedevano. morirono entrambi in un reciproco abbraccio per l’improvviso crollo del tetto”.
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