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Smantellato il bar della droga: sequestrato lo “zucchero” che sballa

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Smantellato il bar della droga: sequestrato lo “zucchero” che sballa

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RENDE – Linguaggio in codice: l’Arma risolve l’anagramma. Dall’alba di ieri  i carabinieri del comando provinciale di Cosenza,

coordinati dal colonnello Francesco ferace, in stretta collaborazione con le Compagnie e le stazioni, dislocate su tutto il territorio della provincia di Cosenza, hanno cinto d’assedio le “piazze” di spaccio, disarticolando una rete di pusher attiva in città, nell’hinterland e con “procacciatori” di sballo anche in provincia e in altre città italiane. Gli arrestati e la lunga sfilza di indagati al seguito, avevano escogitato un modo, secondo loro efficace, di eludere i controlli e disorientare i sospetti degli inquirenti. L’utilizzo di linguaggi in codice, frasi e pensieri, senza senso che, gli indagati si scambiavano al telefono e per sms, che i detective dell’Arma sono riusciti a decifrare e decodificare. Le indagini, difficili, complicate, lunghe, sono iniziate in seguito all’aggressione subita il 19 febbraio 2010 da un avvocato di Castiglione Cosentino, che riportò ferite giudicate guaribili in 70 giorni, le indagini dei carabinieri della Compagnia di Rende che stamani hanno arrestato otto persone accusate di fare parte di una rete di spacciatori collegata anche a Palermo. Uno degli aggressori fu identificato dai militari in Simone Santoro, di 32 anni, residente a Carolei. Indagando su di lui, gli investigatori sono risaliti al giro di spaccio e a Francesco Arena (23) residente a San Mauro Marchesato, e Alberto Greco (30), residente a Rende, destinatario dell’obbligo di firma. Secondo l’accusa, Santoro era arrivato ad organizzare, insieme a Antonio Scarpelli (46), di Cosenza, l’acquisto di un chilo di cocaina da Francesco Mandaglio (33), residente a Rizziconi (Reggio Calabria). Quest’ultimo è stato bloccato dai carabinieri il 14 aprile 2011 con il chilo di cocaina nascosto nel filtro dell’aria dell’auto. Secondo gli investigatori, la droga era destinata alla piazza di Palermo. Il giorno dell’arresto di Mandaglio, i carabinieri della Compagnia di Villa San Giovanni hanno arrestato anche Santoro e la sua fidanzata mentre erano diretti in Sicilia con 29 grammi di cocaina. Dalle indagini successive, i carabinieri sono risaliti a Davide Pasqua (40) che, secondo l’accusa, gestiva un’attività di spaccio usando come base logistica un bar davanti al Tribunale, che all’epoca gestiva. Durante l’inchiesta si è verificata anche, il 20 giugno 2011, la morte dell’avvocato Andrea Russo deceduto, secondo gli investigatori, per avere ingerito cocaina per evitare un controllo di polizia. Santoro e Arena sono stati arrestati a Roma. Arena (destinato ai domiciliari), tra l’altro, è stato anche arrestato in flagranza di reato per la coltivazione di sette piante di marijuana, in concorso con Daniele Saturno (20), residente a Centola (Salerno), di fatto domiciliato a Roma. Gli altri arrestati sono Antonio Intrieri (50), residente a Marano Marchesato; Fausto Gagliardi (51), residente a Dipignano; Francesco Marotta (30), residente a Cosenza, e Mario Mignolo (33), posto ai domiciliari.

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