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Dal parrucchiere al medico: allergia al cuoio capelluto
COSENZA – Un “colore” da trecento euro. Non è l’incipit per raccontare la vittoria sul tavolo verde del poker di un punto pesante, ma il costo,
sborsato da una 33enne, cosentina, tra visita specialistica e prodotti dermatologici, per un’allergia al cuoio capelluto. Un’allergia determinata, da una prima sommaria ricostruzione fatta dalla signora, dopo aver fatto il colore in un hair style, cinese. La 33enne, da alcune settimane cliente dell’esercizio commerciale gestito dagli orientali, giovedì s’è recata in negozio per farsi i capelli. Alla solita piega, ha aggiunto anche un rinnovo del colore. Sembrava andasse tutto bene. Dopo aver lasciato il negozio, il solito giro prima di rientrare a casa. Ma mentre stava preparando il pranzo, ha cominciato ad avvertire un forte prurito in testa, con interessamento alla nuca e dietro le orecchie. Pensava si trattasse di qualcosa di passeggero, ma, purtroppo, per lei, non è stato così. Il prurito, accompagnato anche da un fastidioso bruciore, non accennava a diminuire. Con il passare del tempo, il fastidio è cresciuto, tanto da costringerla a recarsi in farmacia per chiedere un consulto. Il farmacista, osservandole bene il cuoi capelluto, le ha comunicato che la zona era piena di rossore. La 33enne, allora, ha contattato un suo amico medico che, dopo averla visitata le ha consigliato di rivolgersi ad un dermatologo, per una visita. Lo specialista, dopo aver ascoltato il racconto della paziente, l’ha visitata e con l’utilizzo della strumentazione medica, ha confermato la valutazione del farmacista, il cuoi capelluto era interessato da un vistoso rossore. Il consulto medico, alla fine, le è costato quasi 150 euro, somma a cui ha dovuto aggiungere, il costo dei capelli e le medicine, consigliatele dallo specialista. La 33enne, finita la visita, s’è recata dal proprio avvocato, cui ha dato mandato di presentare una denuncia per danni all’hair style cinese. Nella denuncia è stato allegata anche la fattura rilasciata dal parrucchiere, dove tra l’altro, è segnata solo la messa in piega e non si fa accenno al colore.
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