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“Mio padre ucciso dalla malasanità”: l’accusa della figlia di Michele Sacco
COSENZA – Quella morte, piena di sospetti. Il decesso di Michele Sacco, 66enne di Scigliano, deceduto all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, dov’era arrivato in
gravi condizioni, trasportato dal 118, in seguito ad una cirsi respiratoria, è entrato di diritto nella lista dei classici casi di malasanità. Almeno, fino a quando, le indagini non dimostreranno l’esatto contrario. Il 66enne, mentre stava dormendo, ha accusato un malore, manifestatosi con una difficoltà respiratoria. Le sofferenze del 66enne hanno svegliato la moglie che, preoccupata per le condizioni di salute del congiunto, ha allertato la guardia medica, chiedendo aiuto. Il medico di turno, raccolto l’sos, s’è recato a casa del paziente, per prestargli le prime cure. Dopo averlo visitato, gli ha iniettato tre fiale di antistaminico, nonchè gli ha somministrato dell’ossigeno, per aiutarlo a repirare meglio. Considerato che le condizioni dle paziente non senbravano migliorare, il medico ha allertato la sala operativa del 118, chiedendo l’invio di un’ambulanza. La Pet (postazione di emergenza territoriale) di Piano Lago ha fatto l’intervento di soccorso. Trasportato in ospedale, il paziente, arrivato già in condizioni gravi, è deceduto al suo ingresso al pronto soccorso. Per la morte di Michele Sacco, come suol dirsi è un atto dovuto, sono finiti sul registro degli indagati due medici, al momento del decesso, in servizio presso il pronto soccorso. Il fascicolo, aperto dal capo dei pm Dario Granieri è stato affidato al sostituto procuratore Salvatore Di Maio.
LE ACCUSE – Il decesso ha lasciato sgomenti i familiari. La moglie e la figlia del 66enne, tra incredulità, dolore e rabbia, hanno denunciato l’accaduto al 113. “Mio padre – ha dichiarato la figlia agli inquirenti – è morto per malasanità. I soccorsi rispetto all’sos sono arrivati tardi. Mio padre s’è sentito male alle 3, la telefonata al 118 è arrivata alle 3,45, mentre l’ambulanza è arrivata alle 5. Non solo. Mio padre – continua – è stato costretto a scendere le scale a piedi. Abita al quarto piano di un palazzo di Scigliano. S’è fatto 96 scalini. Solo arrivato al portone, mio padre è stato fatto distendere sul lettino”.
LE INDAGINI – Raccolta la denuncia, il pm di turno, il sostituto procuratore della Repubblica di Cosenza, Salvatore Di Maio, ha iscritto, come detto, nel registro degli indagati due medici: M. R. e C. D. R., entrambi finiti nella lista dei sospetti con l’accusa di omicidio colposo.
I PERITI – Il pm ha affidato l’incarico a due medici legali, incaricati di eseguire l’autopsia sul 66enne. L’incarico è stato affidato agli anatomopatologi Berardo Cavalcanti e Vannio Vercillo. I consulenti del pm, insieme con i medici legali di parte, Alfonso Luciano e Elisa Citrigno, dovranno accertare le esatte cause della morte e individuare eventuali precise responsabilità mediche. Dopo l’autopsia, i cui risultati verranno depositati fra 60 giorni.
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