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Quando il mondo virtuale “stritola” i più fragili

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Quando il mondo virtuale “stritola” i più fragili

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COSENZA – I prepotenti del web. Sino a qualche anno fa, i bulli spintonavano i coetanei nei cortili delle scuole o li coprivano di ridicolo nelle aule, tra una lezione e l’altra.

Oggi, i ragazzi prepotenti aggrediscono i compagni più remissivi nelle chat-room o li insultano sui wall di Facebook. Il triste fenomeno del bullismo cambia, evolve, diventa 2.0. Si sposta dai corridoi dei licei al Web. E, amplificato dalle potenzialità di Internet, diviene ancora più pericoloso. Talmente pericoloso ed incontrollabile, da spingere fino alla morte. E’ il caso, purtroppo, di Carolina Picchio, 14 anni, è morta suicida lanciandosi dal terzo piano dell’appartamento del padre a Novara. Carolina frequentava l’Itc Pascal di Romentino. Si sarebbe tolta la vita a causa dei continui insulti da parte dei compagni di scuola. Chi le voleva bene, invece, la ricorda bellissima, sportiva e sorridente. Intanto gli amici vogliono fare luce a tutti i costi sul caso e si scagliano contro l’informazione che dà risalto solo ai tweet del premier Mario Monti o al pancione di Belen. Qualcun’altro scrive ‘facciamo salire il trend‘. Ma la rabbia di chi le stava accanto non finisce qui: «Che gesto orribile hai dovuto fare per colpa della cattiveria della gente», si legge su Twitter. «Dovevi fregartene, pensare a te stessa e non a quello che dicono gli altri». Oppure la triste storia di Flora, la 17enne di Bologna, che ha vinto un volo per New York e il biglietto per assistere al concerto dei suoi idoli musicali, gli One Direction, la boyband di origini anglo-irlandesi, oltre alla possibilità di conoscerli di persona. Ma il sogno si è trasformato presto in un incubo, quando su Twitter le sono piovuti addosso insulti di ogni genere, scatenati prevalentemente dall’invidia delle sue coetanee. Senza dimenticare la tragica fine del 15enne di Roma che a novembre s’è tolto la vita perchè insultato sui social di essere gay. Una maglietta rosa, vestiti eccentrici, smalto alle unghie. Ed atteggiamenti particolari, quel tanto da spingere i suoi compagni ad additarlo come gay. Fino a deriderlo su Facebook. Un peso troppo grande per uno studente romano di soli 15 anni che, dopo essere tornato a casa dal suo liceo dove era in corso un’occupazione, si è tolto la vita, impiccandosi. Tutto nasce, infatti, dalla presa in giro di alcuni compagni sfociata su Facebook in quel che sembrerebbe un atto di stalking, di “cyberbullismo”: un falso profilo con il nome storpiato del ragazzo, simile per assonanza ma declinato al femminile e foto con commenti di sfottò. Qui è stata pubblicata una sua foto che lo ritrae in classe tra i banchi, con il rossetto sulle labbra e una sciarpa lilla come copricapo. 

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