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Cosenza è tra i Comuni meno cari d’Italia, ma la retta per gli asili aumenta del 117%
Cosenza con una media di 239 euro mensili risulta essere in Calabria la città con gli asili nido pubblici più cari. Catanzaro con 100 euro di retta appare invece come la città meno cara d’Italia in cui si registra una media nazionale di 311 euro.
COSENZA – L’incremento delle tariffe dall’anno 2013 ad oggi è stato del 117% passando da 110 a 239 euro mensili rispetto ad una media regionale che ammonta a 164 euro. “I dati diffusi da “Cittadinanzattiva” – precisa il Vicesindaco e Assessore al bilancio del Comune di Cosenza Luciano Vigna – si riferiscono alla differenza tra l’anno 2013 ed il 2014 e in ogni caso si tratta di aumenti che hanno riguardato solo le famiglie con redditi più elevati, facendo registrare aumenti ridotti al minimo per le fasce di utenza più deboli. Con riferimento all’anno in corso, invece, non c’è stato alcun aumento rispetto all’anno precedente. La città di Cosenza è tra i comuni d’Italia meno cari rispetto all’offerta dei servizi e a dirlo sono indagini e rapporti nazionali che rappresentano fonti autorevoli di riferimento per avere una fotografia chiara dei servizi erogati dal nostro Comune e dei relativi costi a carico della cittadinanza. Giova chiarire alcuni aspetti per sfatare la rappresentazione che vuole il comune di Cosenza come ente che tartasserebbe i propri cittadini.
Non è così – dice il Vicesindaco e Assessore al bilancio Luciano Vigna – . E a suffragare la nostra affermazione intervengono dati inoppugnabili ed incontrovertibili. Come ad esempio l’ultima indagine, di qualche mese fa, a cura dell’Osservatorio prezzi e tariffe di “Cittadinanzattiva” che, con riferimento al servizio idrico integrato per uso domestico, colloca Cosenza tra le dieci città in cui si paga di meno. La spesa annua dei cosentini per questo tipo di servizio (i dati sono riferiti ad una famiglia tipo di tre persone con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua) è di 171 euro contro i 563 euro all’anno di Firenze (la città più cara), ma anche di città più piccole come Frosinone (555 euro), Pesaro e Urbino (con 541 euro). Si tratta, com’è evidente di tariffe estremamente competitive e che tengono conto delle particolari contingenze della crisi economica, rispetto alle quali l’Amministrazione comunale non si è minimamente sognata di operare dei ritocchi, mantenendole inalterate”.
Ulteriori precisazioni il Vicesindaco Vigna le fornisce anche con riferimento al costo della TARI. “Scorrendo la classifica elaborata dal Centro Ricerche Economiche, Educazione e Formazione di Federconsumatori – sottolinea il Vicesindaco Vigna – il dato di Cosenza, pari a 228 euro e calcolato sul parametro di una famiglia di tre persone in un appartamento di 100 metri quadri, è tra quelli più bassi d’Italia, a fronte, ad esempio, per restare in Calabria, dei 465 euro di Reggio Calabria, terza città italiana più cara”. Ma gli esempi non finiscono qui. Vigna cita anche la classifica del “Sole 24 Ore” riferita alla Tasi, “anche in questo caso – rimarca Vigna – Cosenza figura tra i dieci comuni dove si paga di meno”, e ricorda il costo dell’IMU rispetto al quale si è registrata “una tendenza al ribasso, considerando che si è passati dal 10,6 del 2014 al 10,4 del 2015”.
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