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Una serata di musica nel ricordo di Luigi Ferraro, splendida voce cosentina stroncato da un presunto caso di malasanità

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Una serata di musica nel ricordo di Luigi Ferraro, splendida voce cosentina stroncato da un presunto caso di malasanità

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Mentre la magistratura indaga per far luce sull’ennesimo presunto caso di malasanità, i familiari vivono nel dolore quotidiano e continuano a chiedere verità e giustizia.

COSENZA – Sarà un’inchiesta della Procura della Repubblica di Bari ad accertare le cause e le responsabilità del decesso di Luigi, ma intanto la città, gli amici e la sua famiglia, continuano a tenere alta l’attenzione affinché ciò che è accaduto al giovane cosentino, non accada più. Per la morte di Luigi Ferraro, avvenuta a Bari il 28 febbraio di due anni fa, sono state iscritte nel registro degli indagati, come atto dovuto, 11 persone (otto cardiochirurghi, due anestesisti e un cardiologo). Detta così, ai più, potrebbe sembrare la “solita” notizia di cronaca, che scrive di un giovane ragazzo morto sotto i ferri. E invece di Luigi se ne parlerà ancora e tanto: la sua musica, la sua canzone “TVB (Ti Voglio bene)” singolo inedito che ha segnato il debutto nel mondo del cantautorato italiano, continuerà a risuonare nella voce dei suoi amici che si esibiranno cantando le sue canzoni.

Luigi aveva quasi 30 anni, era un giovane cantautore cosentino. Un ragazzo dalla voce passionale, che piaceva soprattutto ai giovanissimi; era un artista passionale innamorato della musica, canzoniere di amore che sembrava avviato ad un carriera di successo. Ma la sua vita si è fermata in una clinica privata pugliese, dove s’era ricoverato per sottoporsi ad un intervento chirurgico al cuore, per la sostituzione della valvola aortica dopo un calvario durato due settimane. L’intervento il 7 febbraio del 2013, dopo solo 21 giorni un arresto cardiaco gli ha stroncato la vita. Oggi non vogliamo parlare dell’inchiesta aperta sulla sua morte ma del ricordo in cui vivono i genitori, il fratello, gli amici e i colleghi che lo ricorderanno venerdì prossimo 28 agosto in una serata di musica a lui dedicata che si svolgerà a Belsito, il piccolo centro cosentino nella zona del Savuto.

A ricordare Luigi è il papà che raggiunto dai microfoni di RLB Radioattiva, con la voce commossa e rotta dal dolore, ma allo stesso tempo orgogliosa, ha voluto parlarci di suo figlio, un ragazzo innamorato della musica e del canto, che ha partecipato alle più importanti rassegne musicali italiane come il “Premio Mia Martini”, il “Festival di Napoli” e l’”Accademia della canzone di Sanremo”, perché aveva talento.

Voglio fare in modo che il suo sacrificio non sia stato vano – racconta papà Gianfranco – e che possa servire per una grande lotta, quella contro la malasanità, iniziata quasi a luci spente. Per ora stiamo procedendo con una causa legale con l’obiettivo di far luce su alcuni medici che fanno i “luminari” a spese nostre, affinché stiano più attenti a quello che fanno e nello stesso momento, capiscano che non è giusto giocare sulla vita delle persone”.

Ormai lo scopo della mia vita è quello di innalzare il suo nome e a nome suo, tentare di salvare altre persone. Devo farlo perché non ho altri scopi in questa vita. Io ho perso la cosa più bella che avevo. Si lo so, ho un altro figlio ma anche lui vive a metà, essendo cresciuto sotto l’ala di suo fratello. Anche lui cammina a metà, con una gamba sola, senza di lui”.

Luigi Ferraro
In memoria di Luigi, è nata un’associazione che porta il suo nome, alla quale stanno aderendo numerose persone. Presente anche su Facebook si occupa di arte, musica e spettacoli, ma con un occhio rivolto alla lotta contro la malasanità.

Papà Gianfranco racconta con orgoglio chi era suo figlio: “un ragazzo semplice che si è fatto tanto amare da tutti. Perché lui era ‘il sorriso vivente’, sorrideva sempre, anche se ti aveva conosciuto in quell’attimo ti sorrideva, ti abbracciava. Era positivo, ed io sono stato fortunato ad avere un figlio così. Addirittura abbracciava i suoi concorrenti nelle gare canore (ha partecipato al Festival di Napoli, al Mia Martini, all’Accademia di Sanremo, per tre anni consecutivi è arrivato in finale rappresentando la Calabria) ed era stimato da Tiziano Ferro, da Lavezzi, da Giancarlo Golzi che è salito recentemente in cielo. Proprio con Golzi ricordo un aneddoto. Luigi stava cantando all’Accademia di Sanremo in una serata in cui Golzi era il direttore artistico, e aveva scelto il brano “Ribbon in the Sky” di Stevie Wonder, ovviamente in una versione italiana, perché lì si canta solo in italiano. Ad un certo punto Golzi, che si era allontanato per fumare una sigaretta, sentito un accenno della canzone è rientrato per vedere con i suoi occhi chi fosse quel ragazzo che interpretava il brano. E da lì divennero amici. Golzi voleva anche fargli scrivere una canzone dal suo amico e collega Piero Cassano, dei Matia Bazar, ma non essendo noi una famiglia facoltosa economicamente, non potevamo permetterci di mandarlo e mantenerlo a Milano. Luigi era originale, passionale, un animale da palcoscenico. Ecco perché i suoi amici, cantanti, professionisti, vogliono ricordarlo… perché lo amano, lo stimano; perché sanno che Luigi non conosceva l’invidia e voleva bene a tutti, che amava la musica ed aveva il dono di emozionare”.

Io vivo per mio figlio – ha concluso il papà Gianfranco Ferraro – e a me fa piacere parlare di lui perché più se ne parla, più lui esiste, è vivo”. Venerdì 28 agosto, dalle ore 21 a Belsito, tantissimi amici, professionisti, cantanti e artisti tra i più bravi della provincia (tra cui Antonello Armieri, Samantha Vicinanzo… la serata sarà presentata da Gianluca Caruso) si esibiranno per omaggiare Luigi Ferraro perché lo amano, perché lo stimano, ma soprattutto per regalare una bella serata di musica in memoria di un ragazzo che la musica l’aveva nel sangue, nel cuore”. Un cuore che continuerà a battere attraverso un ricordo indelebile di chi ha avuto la fortuna di poterlo ascoltare, conoscere, vivere e venerdì prossimo, vorrà omaggiarlo con un ricordo.

Ascolta il suo singolo – TVB – di Luigi Ferraro

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