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Truffe a San Marco Argentano: i carabinieri risolvono due casi

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Truffe a San Marco Argentano: i carabinieri risolvono due casi

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COSENZA – Come “t’allaccio” la truffa. R. A., un 39enne di San Marco Argentano, pensava di aver pensato alla truffa perfetta.

Ma, come insegnano giallisti, inquirenti e criminologi, il delitto perfetto non esiste e, pertanto, e il 39enne l’ha scoperto a sue spese, beccandosi una denuncia. Tutto nasce, in seguito ad un sollecito di pagamento, ricevuto alcuni mesi fà, da una donna che nella cassetta del posta aveva trovato la richiesta dell’Enel di pagare 1500 euro per la fornitura di energia elettrica. La donna, dopo il comprensibile momento di panico, s’era resa conto che quell’esorbitante richiesta di sollecito di pagamento era dovuta per la fornitura di energia in realtà mai attivata. Da qui, la presentazione di una denuncia ai carabinieri. I militari dell’Arma della Compagnia di San Marco Argentano, unitamente ai colleghi della stazione di Roggiano Gravina, avviando le indagini si sono accorti che la richiesta era fasulla e che dietro il sollecito di pagamento dell’Enel, non c’era il colosso dell’energia elettrica ma la mente del 39enne, “illuminata” dall’idea truffaldina. Indagando a fondo, infatti, i detective della Benemerita, hanno scoperto che era stato il 39enne ad attivare telefonicamente il contratto, a nome della donna, assolutamente all’oscuro di tutto. Storia simile, nel finale,ma anche a San Sosti, dove i militari della locale stazione hanno denunciato alla procura della Repubblica di Cosenza, una 37enne di Roma. L’indagata, infatti, aveva venduto su un sito web, ad una donna di San Sosti, due biglietti per un concerto. Le due donne, dopo aver fissato il presso, (80 euro, mediante pagamento tramite postepay, ndr) hanno concluso l’affare. Se alla romana sono arrivati i soldi, la donna di San Sosti è rimasta senza 80 euro e senza biglietti. Infatti, non ha ricevuto nulla. Insomma un classico caso di pacco. Ma il pacco alla 37enne romana, con tanto di coccarda affissa dalla Procura della Repubblica di Cosenza, l’hanno fatto i carabinieri. 

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