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Nautica: “salpa” dalla Calabria il primo prototipo elettrico da diporto

Calabria

Nautica: “salpa” dalla Calabria il primo prototipo elettrico da diporto

Una vera e propria rivoluzione total green della nautica che potrebbe cambiare radicalmente non solo l’economia turistica del Mezzogiorno ma anche la nautica da diporto medio piccola

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TROPEA (VV) – In barca, sull’azzurro mare di Tropea senza inquinare rispettando la conversione green che l’Unione Europea chiede e che la Commissione ha previsto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il prototipo si chiama Elektra ed è stato realizzato dal gruppo Guarascio attraverso il sostegno scientifico delle università di Napoli e i fondi europei. Una collaborazione virtuosa avviata molto prima che l’economia green diventasse il mantra dell’era covid.

Caratteristiche

Dieci metri, con 2 motori da 30 kw, con 32 batterie al litio; velocità 6 nodi con autonomia di 6 ore, o 14 nodi con 2 ore di autonomia. Volendo si possono aggiungere altre batterie per aumentare l’autonomia. “Noi ci abbiamo sempre creduto ed è circa un decennio che ci battiamo per la far salpare questo tipo di imbarcazione – spiega Andrea Guarascio, al timone di Elektra – zero inquinamento marino, zero inquinamento acustico. Stiamo salpando…nel silenzio assoluto” con zero spreco di materiale da costruzione.

“La progettazione in 3D – puntualizza – ci permette di minimizzare gli scarti da gettare nella discarica alla fine delle varie fasi del ciclo produttivo”. Per non parlare della differenza dei costi di approvvigionamento. Andrea e suo padre Claudio, difendono il patrimonio nautico calabrese fatto di eccellenze produttive e di manovalanza specializzata per chè oggi “il timore è che molte imprese del nord Europa, più ricche, e forti di una semplificazione burocratica che le agevola, possano approfittare della rivoluzione verde anche sul mare. Forti di un sistema economico finanziario collaudato negli anni, riescono ad arrivare molto prima agli obiettivi dettati dalla Commissione europea. Vedi obiettivo 2030 e 2050. Rispetto al 2008 qui siamo rimasti la metà di cantieri produttori. Per questo – aggiunge – ci siamo riuniti creando ‘Associazione Costruttori dei due mari‘ che conta circa una cinquantina di imprese con il coinvolgimento anche della filiera nautica calabrese”.

“L’esigenza più grande ora- prosegue Guarascio jr – è quella di difendere queste eccellenze calabresi e di avere un’interlocuzione diretta con il Governo. Un tavolo di confronto e di concertazione rigardo i fondi UE, per un rilancio della nautica medio piccola nel lungo periodo considerati gli obiettivi della riconversione green in questa fase. Le imprese medio piccole, che rappresentano l’ossatura dell’economia italiana, non possono essere lasciate sole. Questa sarà un’occasione da non perdere per creare anche in tutto il settore medio piccolo della nautica nuovi posti di lavoro”. La competizione è altissima e il mercato enorme: “Il centro nord Europa non ha mare ma ha tantissimi laghi e acque interne- fiumi e canali- e questo genere di imbarcazione risponde alle loro esigenze soprattutto in termini di impatto ambientale, ‘emission zero'”.

Che cosa dovrebbe fare il governo? Ridurre la burocrazia, fondi UE diretti alle imprese, e una promozione all’estero più incisiva ed efficace per il Made in Italy. Continuiamo a essere i migliori, vero. Ma le pare normale però – osserva- che questo tessuto naturale italiano debba essere acquistato da un’azienda italiana che però produce negli Stati Uniti?”. Prossima tappa il salone nautico di Genova. Anche l’associazione dei Costruttori dei due mari riprenderà il suo viaggio ma stavolta verso Roma, a Palazzo Chigi e in Parlamento per consegnare la proposta di legge del settore per difendere, proteggere e rilanciare la nautica medio piccola nel Mezzogiorno.

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