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Ora la variante indiana preoccupa. Speranza vieta l’ingresso in Italia a chi è stato in India

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Ora la variante indiana preoccupa. Speranza vieta l’ingresso in Italia a chi è stato in India

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato una nuova ordinanza che vieta l’ingresso in Italia a chi negli ultimi 14 giorni è stato in India, paese travolto da un’ondata paurosa di contagi

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COSENZA – Mentre l’India è letteralmente in ginocchio, travolta da un vero e proprio tsunami di contagi, un primo caso della variante del Covid-19, che sta contribuendo proprio all’esplosione dell’epidemia nel Paese sud orientale, è stato rilevato ieri in Svizzera. Ospedali che lanciano SOS perché i pazienti muoiono per mancanza di ossigeno: è questa l’ultima istantanea dell’incubo Covid in cui è ripiombata l’India con un milione di contagi in tre giorni. Una mutazione temibile che ora spaventa l’Europa. In Italia il Ministro Speranza è corso subito ai ripari, ed ha firmato una nuova ordinanza che vieta l’ingresso in Italia a chi negli ultimi 14 giorni è stato in India. I residenti in Italia potranno rientrare con tampone in partenza e all’arrivo e con obbligo di quarantena. “Chiunque sia stato in India negli ultimi 14 giorni e si trovi già nel nostro Paese è tenuto a sottoporsi a tampone contattando i dipartimenti di prevenzione” ha scritto il ministro aggiungendo che “i nostri scienziati sono al lavoro per studiare la nuova variante indiana. Non possiamo abbassare la guardia. Venerdì è stato il giorno record per casi a livello mondiale con 893.000 positivi di cui 346.000 proprio in India”.

La variante denominata B.1.617, presenta una doppia mutazione rispetto al ceppo originario e appare più facilmente trasmissibile. Negli ultimi tre giorni sono stati bruciati altrettanti record, con oltre 340 mila contagi registrati nelle ultime 24 ore (oltre un terzo degli 893 mila nel mondo, anch’essi un record). E molti esperti stimano che per il picco bisognerà attendere almeno tre settimane. L’unicità della variante indiana, proprio per via della sua doppia mutazione, è motivo di preoccupazione perché non è chiaro se i vaccini attualmente utilizzati siano in grado di neutralizzarla (in Israele Pfizer sarebbe risultato efficace, ma in modo ridotto).

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