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Un nuova Resistenza per un nuovo inizio

Italia

Un nuova Resistenza per un nuovo inizio

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Il cuore della Resistenza era la speranza di uscire dal buio dell’oppressione nemica, di ricostruire una strada nuova sulle miserie e macerie del ventennio fascista. Era il miraggio di una libertà che alla fine si guadagna con il sacrificio, del singolo e della massa, nel nome di un ideale. Impossibile, al di là delle convenzioni in cui è facile incorrere, non allocare il senso profondo di questo giorno così solenne, tra i sentimenti di riscatto e di ripartenza che oggi spingono le anime e le vite di ciascuno, pur sotto il peso della pandemia, verso un nuovo inizio. Cambia il volto del nemico insieme al campo di battaglia, ma lo slancio di libertà rimane identico. Resistere in piedi, con coraggio e dignità, sembra essere rimasto il solo appiglio d’orgoglio di una umanità impaurita e sperduta. La retorica che spesso uccide la storia e il ricordo di questo giorno, con il senso “moderno” di cui si carica nel presente la Liberazione, non sembra neppure un rischio: è la festa di chi resiste, di chi oppone l’irrinunciabile attaccamento al desiderio di felicità, alla tetra e vile arrendevolezza, a ciò che sembra essere inesorabile. Scriveva lo scrittore francese Marc Levy: <<Mi piace il verbo resistere. Resistere a ciò che ci imprigiona, ai pregiudizi, ai giudizi affrettati, alla voglia di giudicare, a tutta la cattiveria che è in ognuno di noi e che chiede solo di esprimersi, alla voglia di arrendersi, al vittimismo, al bisogno di parlare di sé>>. Buon 25 aprile a tutti.

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