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RT a 0.83 e rischio moderato. Perchè la Calabria è da zona gialla ma diventa arancione

Calabria

RT a 0.83 e rischio moderato. Perchè la Calabria è da zona gialla ma diventa arancione

Marco Garofalo

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Nonostante l’indice Rt sia rimasto sotto la soglia dell’uno e l’incidenza dei casi sia di 66,42 ogni 100mila abitanti, la Calabria, che rimane a rischio moderato, finisce ugualmente in zona arancione perchè il nuovo decreto che ha abolito fino a Pasqua le zone gialle.

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COSENZA – Come avevamo scritto ieri nel nostro approfondimento (leggi qui) la Calabria, nonostante un evidente peggioramento dell’epidemia, ha comunque mantenuto dati da colore giallo. Insieme alla Sicilia sarebbero rimaste le uniche “zone gialle” d’Italia (per la 7ª settimana consecutiva la Calabria e per la 5ª consecutiva la Sicilia). Eppure passeranno in arancione per come disposto il nuovo decreto legge con le misure anti contagio, approvato nel primo pomeriggio dal Governo. Su richiesta del CTS, infatti, tutte le regioni che si trovano in fascia gialla finiscono direttamente in arancione fino a Pasqua. E così la nostra regione, che ha ancora sotto controllo la soglia di occupazione dei posti letto sia in intensiva che in area medica, ha un indice RT in leggera risalita rispetto alla scorsa settimana ma sempre sotto uno (valore di 0.83 mentre la scorsa settimana era 0.81), inferiore persino a quello della Sardegna “zona bianca”,  un’incidenza dei casi ogni 100mila abitanti pari a 66,42 (ben al di sotto dei 250 che è il limite per non finire in zona rossa) e un rischio complessivo che si mantiene moderato con una bassa valutazione dell’impatto, finisce in zona arancione. Con il nuovo decreto legge, la zona gialla viene superata e restano in vigore solo la zona bianca, dove si trova solo la Sardegna, l’arancione e la rossa.

Da lunedì 15 marzo passano in area rossa le Regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e la Provincia autonoma di Trento che si aggiungono a Campania e Molise che restano in area rossa mentre tutte le altre Regioni, tranne le 9 indicate in rosso e la sola Sardegna in zona bianca, saranno in area arancione. È in corso una verifica sui dati della Basilicata.

Dieci Regioni (contro sei la settimana precedente) hanno un livello di rischio alto. Altre 10 Regioni/PPAA hanno una classificazione di rischio moderato (di cui quattro ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e solo una (Sardegna) con rischio basso. “I ragazzini da 10 anni in su hanno un’incidenza di casi che cresce, ma la crescita è in generale tra tutte le fasce di età , ma ci sono sempre più persone più giovani che contraggono l’infezione” ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio regionale della Cabina di Regia evidenziando  che “il dato importante è che si riporta un peggioramento nel livello di rischio e l’Rt è in aumento e questo porterà un aumento del numero dei casi nei prossimi giorni e a livello nazionale si potrebbe superare la soglia critica di 250 casi per 100mila abitanti. E’ quindi importante intervenire i maniera decisa per contrastare la circolazione del virus, anticipando gli interventi dove necessario”.

L’indice RT delle singole regioni, 16 sopra uno

Sedici Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale maggiore di uno. Tra queste, otto (Campania, Piemonte, FVG, Emilia-Romagna, Basilicata, Lombardia, Lazio, Veneto) hanno un Rt con il limite inferiore superiore a 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Quattro Regioni hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/PPAA hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno. Sono solo 4 le regioni e PA (Calabria, PA Bolzano, Sardegna e Umbria) con Rt puntuale settimanale sotto 1. La Sicilia si ferma a 1. Le altre 16 hanno un indice di trasmissibilità sopra 1. Il valore più alto è in Basilicata con 1.53 e in Campania con 1.5. Il Friuli Venezia Giulia registra un Rt di 1.39, l’Emilia Romagna 1.34, il Piemonte 1.41, il Lazio 1.31 e la Lombardia a 1.3.

Per quanto riguarda i valori RT delle singole regioni la Calabria nell’ultima settima ha un indice RT di 0,83
(range 0.72-0,95) e incidenza di 66,42 casi ogni 100mila abitanti.
Questi i dati delle altre regioni: Abruzzo Rt a 1,05 (range 0,99-1,09), Basilica Rt 1,53 (1,31-1,76), Campania Rt 1,5 (1,41-1,6), Emilia-Romagna Rt 1,34 (1,32-1,38), Friuli Venezia Giulia Rt 1,39 (1,33 – 1,47), Lazio Rt 1,31 (1,27 – 1,36), Liguria Rt 1,13 (1,08 – 1,18), Lombardia Rt 1,3 (1,28 – 1,32), Marche Rt 1,08 (0,99 – 1,18), Molise Rt 1,07 (0,83 – 1,33), Piemonte Rt 1,41 (1,36 – 1,45), Provincia Bolzano Rt 0,61 (0,57 – 0,65), Provincia di Trento RT 1,04 (0,99 – 1,1), Puglia Rt 1,23 (1,2 – 1,27), Sardegna Rt 0,89 (0,78 – 1), Sicilia Rt 1 (0,95 – 1,06), Toscana Rt 1,23 (1,2 – 1,26), Umbria Rt 0,82 (0,76 – 0,86). Val d’Aosta Rt 1,4 (1,1 – 1,75), Veneto Rt 1,28 (1,26 – 1,32).

Undici regioni con terapie intensive oltre la soglia

Si osserva un peggioramento anche nel numero di Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica: 11 Regioni/PPAA contro 9 la settimana precedente. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento e sopra la soglia critica (31% vs 26% della scorsa settimana). Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in forte aumento da 2.327 a 2.756, come il numero di persone ricoverate in aree mediche (da 19.570 a 22.393). Tutte le Regioni/PPAA tranne sette hanno riportato allerte di resilienza. Quattro di queste – Campania, Lazio, Puglia e Veneto – riportano molteplici allerte di resilienza.

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