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Droga venduta anche ai 14enni e davanti le scuole. Arrestati 3 minorenni nel cosentino
Utilizzando al telefono linguaggio criptico ed applicativi social per evitare di essere scoperti, i tre minorenni avevano creato una fitta rete di contatti e ceduto abitualmente lo stupefacente a ben 37 ragazzi, 2 dei quali anche sotto i 14 anni di età. Molti utilizzavano la paghetta per acquistare la droga e il costo per ogni singola dose variava tra i 5 e 10 euro
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SAN GOVANNI IN FIORE (CS) – In esecuzione ad un’ordinanza dispositiva di 3 misure cautelari, di cui una di collocamento in comunità e due di permanenza in casa nei confronti di altrettanti soggetti, tutti minorenni, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di “detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti”, i carabinieri di Cosenza hanno arrestato 3 minorenni e fatto emergere un drammatico quadro nel fenomeno dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti, soprattutto tra i più giovani, nel comune della Sila. I provvedimenti, emessi dal GIP presso il Tribunale per i minorenni di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica, costituiscono l’epilogo di un’attività investigativa condotta dalla sezione operativa della compagnia di Cosenza nel periodo compreso tra Febbraio e Dicembre 2020, che ha messo in luce una fiorente attività di spaccio svolta dai 3 minori nel comune florense.
Dal contenuto di smartphone sequestrato la fitta rete di contatti
L’attività investigativa svolta dai carabinieri ha tratto origine da un servizio eseguito nell’ambito dell’attività di prevenzione e contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti nei pressi degli istituti scolastici, denominato “Scuole Sicure” e svolto in San Giovanni in Fiore il 20 febbraio 2020. Nel corso di quell’attività, i militari avevano sorpreso un minore, oggi maggiorenne e non destinatario di misura, in possesso di 78 involucri contenenti stupefacenti del tipo marijuana ed hashish, nonché la somma pari ad oltre 205 euro, riferibile all’attività di cessione dello stupefacente. Al giovane, che era stato segnalato alla Procura dei Minori di Catanzaro, gli venne sequestrato lo smartphone, all’interno del quale era presumibile vi fossero le prove attestanti la sua attività illecita. È stata così realizzata una copia forense con contestuale analisi del contenuto dei dati del cellulare da cui è emersa una fitta rete di contatti con giovani e giovanissimi che continuamente chiedevano di rifornirsi di stupefacenti. È stata così rinforzata l’attività di prevenzione da parte dei militari della sezione operativa e della stazione carabinieri di San Giovanni in Fiore che il 2 luglio dello scorso anno, durante un controllo su strada, hanno sorpreso due degli odierni indagati destinatari di misura in possesso di otto involucri contenenti stupefacente del tipo marijuana e la somma contante di 850 euro suddivisa in banconote di vario taglio. Nella successiva attività di perquisizione presso un immobile nella disponibilità della famiglia del minorenne, sono stati poi reperiti ulteriori 350 grammi di sostanza stupefacente. A seguito delle analisi di laboratorio effettuate presso il LASS di Vibo Valentia è stato possibile stabilire che dalla droga sequestrata erano ricavabili 1134 dosi di marijuana. La rivendita sul mercato delle stesse al dettaglio avrebbe fruttato un guadagno di 10.000 euro circa.
Tenuto conto della somma di denaro e del cospicuo quantitativo di sostanza stupefacente sequestrata, sono state avviate una serie di attività tecniche, nel corso delle quali è emerso il coinvolgimento dei tre minori attinti dal provvedimento cautelare in una fitta rete di spaccio di sostanze stupefacenti, svolta con particolare attenzione, utilizzando al telefono linguaggio criptico ed applicativi social per evitare di essere scoperti da eventuali attività di indagine. Infatti, molte delle comunicazioni viaggiavano attraverso le chat di messaggistica istantanea difficili da intercettare, ma opportunamente acquisite con l’analisi forense dei cellulari posti sotto sequestro.
Accertate cessioni di droga a 37 ragazzi di cui 2 sotto i 14 anni
Il quadro probatorio è stato altresì rinforzato da una serie di riscontri da parte dei militari, che hanno sentito a sommarie informazioni i clienti abituali. Nel corso dell’attività sono stati individuati 37 ragazzi, di cui 12 ancora minorenni, e 2 dei quali addirittura sotto i quattordici anni di età, che con carattere di abitualità erano soliti rivolgersi ai 3 arrestati per avere hashish o marijuana. Il costo per ogni singola dose variava tra i 5 e 10 euro che dovevano essere consegnati al momento della cessione dello stupefacente. Le cessioni avvenivano in posti concordati, prevalentemente sulle pubbliche vie cittadine, nei pressi degli Istituti Scolastici, e nei luoghi di aggregazione giovanile, sovente anche senza preventivi accordi, ma in occasione del casuale incontro tra gli acquirenti e gli indagati, di cui era noto il possesso di stupefacente destinato alla cessione. Uno degli assuntori, benché ancora minorenne, in una settimana era stato capace di acquistare stupefacente per un importo di 160 euro.
La paghetta dei genitori non per la pizza ma per la droga
Allarmante il fenomeno che è stato registrato nel comune florense. L’attività mette in risalto la giovane età degli assuntori, alcuni dei quali ancora infraquattordicenni, che erano soliti utilizzare il denaro delle “paghette”, consegnato loro dai genitori per uscire con gli amici. I minori sono stati ascoltati dai carabinieri alla presenza dei propri genitori, i quali erano del tutto sorpresi da quanto i loro figli avevano da raccontare. Gli stessi genitori, ignari di quanto avveniva nella loro vita, hanno preteso dai figli di raccontare ciò che avveniva nelle vie del paese e di riferire ai carabinieri i nomi degli spacciatori. Alla luce del grave quadro emerso, tenendo conto inoltre della giovane età degli arrestati, dell’organizzazione dettagliata e fiorente dell’attività di spaccio, è stato possibile accertare la dedizione di ciascuno dei coinvolti nella diretta attività di spaccio di sostanze stupefacenti da epoca remota. Per questi motivi, valutando come assolutamente sussistenti le esigenze cautelari, il GIP presso il Tribunale per i minorenni di Catanzaro si è determinato nell’applicare, nei confronti dei tre indagati, una misura cautelare del collocamento in comunità e due misure della permanenza in casa, con l’autorizzazione ad allontanarsi per il tempo strettamente necessario alla frequenza scolastica presso gli istituti dove sono iscritti ai quali dovranno recarsi e ritornare accompagnati da un familiare o persona delegata.
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