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San Valentino, la cena romantica diventa pranzo. Ristoranti pieni anche in Calabria

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San Valentino, la cena romantica diventa pranzo. Ristoranti pieni anche in Calabria

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Boom prenotazioni per la festa degli innamorati. Anche in Calabria ristoranti pieni e coppie che non rinunciano alla cena romantica che, per una volta, si trasforma in pranzi, brunch e aperitivi. In città, in montagna o al mare, ma rigorosamente fino alle 18

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COSENZA – Quest’anno, almeno nelle regioni in zona gialla, San Valentino trasforma in pranzo la cenetta romantica al ristorante. Fuga in agriturismo dentro i confini regionali, brindisi all’aperitivo ma rigorosamente entro le ore 18, cena in albergo solo in formula staycation per provare l’esperienza di andare in vacanza rimanendo nella propria città. Il freddo e il maltempo non sembrano fermare gli innamorati che alla fuga romantica sembrano non voler rinunciare, neanche in era Covid. E così, anche in Calabria, boom di prenotazioni e ristoranti pieni con richieste per il pranzo, ma anche per brunch e aperitivi. Ristoratori che hanno sperato, almeno in questo giorno, di poter rimanere aperti anche la sera. Dovranno invece accontentarsi del classico orario diurno imposto dalle restrizioni anti-covid.

Esclusi dalla partita 55mila ristoranti in regioni di fascia arancioni, cioè il 15% dei servizi di ristorazione lungo la Penisola, secondo la Coldiretti. Mentre oltre 100mila innamorati hanno scelto di mangiare in agriturismo dove si registrando un vero e proprio boom di prenotazioni. Tuttavia San Valentino resta amaro per il mondo della ristorazione. “Il divieto di cenare insieme non solo rovinerà la serata a 2,5 milioni di coppie, per lo più giovani e giovanissime, ma peserà per altri 230 milioni di euro”, secondo stime Fipe-Confcommercio, sui conti di un settore già in ginocchio da ormai un anno. A puntare decisamente sulla ricorrenza sono i floricoltori e il commercio al dettaglio legato agli omaggi floreali. Tanti gli inviti delle organizzazioni agricole per scegliere bouquet con varietà locali – anemoni, ranuncoli, lilium, papaveri, gerbere, calendule, bocche di leone, garofani e fresie – per sostenere le 30 mila imprese italiane del comparto florovivaistico e circa 200mila posti di lavoro. Quindi meno rose e orchidee d’importazione e più spazio a specialità made in Italy per i tanti che festeggeranno tra le mura domestiche. Mai come quest’anno, comprando locale si sostiene la nostra economia. A casa arrivano anche menu d’autore e dolci di pasticceria da ogni angolo grazie ai tanti servizi delivery.

 

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