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Ristoratori al collasso sfidano il Dpcm. #IoApro, Il 15 gennaio aperti anche a cena

Italia

Ristoratori al collasso sfidano il Dpcm. #IoApro, Il 15 gennaio aperti anche a cena

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Sono quasi 100mila le adesioni in tutta Italia all’iniziativa #ioapro contro le nuove restrizioni del Governo che prevedono lo stop all’asporto dopo le 18. Venerdì 15 gennaio per protesta terranno aperti bar e ristoranti anche a cena.

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COSENZA – Ristoratori e baristi di tutta Italia, a cui si sono aggiunti anche i titolari delle palestre, il 15 gennaio sono pronti a mettere in scena la loro forma di disobbedienza civile e pacifica, rimanendo aperti anche a cena e sfidando le restrizioni imposte dal Governo che nel prossimo Dpcm prevede un ulteriore stretta con il divieto di vendere cibi da asporto dopo le 18. L’iniziativa #ioapro in poche ore fatto il giro del Web e dei social, ricevendo l’adesione di decine di migliaia di esercenti e associazioni da Nord a Sud. Invita i commercianti a tenere aperto a pranzo e cena il 15 gennaio, indipendentemente dalle decisioni che prenderà il Governo guidato da Giuseppe Conte. Il nostro è un “gesto di disperazione, un grido disperato. Stiamo morendo, non abbiamo più liquidità nelle casse, non riusciamo a pagare i dipendenti e questo è l’unico modo che abbiamo per far capire al Governo della necessità di lavorare” scrive un ristoratore “ho speso migliaia di euro per attrezzare il locale secondo le normative Covid e il risultato è un ulteriore chiusura”.

“Bar, pub, enoteche, osterie e ristoranti sono oramai al collasso. Senza ristori immediati, e ben più consistenti di quelli ricevuti fino ad ora, migliaia di imprese falliranno. Già questo gennaio, molte non hanno riaperto perché prive della liquidità necessaria” ha detto Giancarlo Banchieri, presidente di Fiepet Confesercenti.

“È una questione di sopravvivenza, siamo già al punto di non ritorno, ma ci proviamo lo stesso”, spiega Umberto Carriera, il ristoratore ‘ribelle’ di Pesaro che ha già collezionato multe e sospensioni per aver aperto alcuni suoi locali malgrado i divieti dei vari Dpcm. Tra Milano, Modena, Pesaro e Reggio Emilia, le città con maggiori adesioni finora registrate, si parla di circa quattrocento locali pronti a restare aprire. “Non è mai stata presentata un’indagine epidemiologica che accerti i contagi nei locali, a differenza di quanto può accadere sui mezzi pubblici o nei supermercati – sostiene Carriera – Vogliamo poter lavorare, ma saremo i primi a puntare il dito contro chi non rispetta le norme di sicurezza”, tanto da dotarsi di un Dpcm ‘autonomo’, nel gergo dell’ideatore dell’iniziativa un “Decalogo Pratico Commercianti Motivati”. Tra le regole “un tavolo si e uno no – spiega Carriera – mascherina obbligatoria e conto alle 21.45”.

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