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Azzolina “si deve tornare in classe”. Spirlì “in Calabria le apriamo solo se in sicurezza”

Calabria

Azzolina “si deve tornare in classe”. Spirlì “in Calabria le apriamo solo se in sicurezza”

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Mentre alcune regioni hanno già rinviato il ritorno in classe scatenando l’ira dei 5 Stelle e della Ministra Azzolina che parla di “conseguenze per studenti e famiglie”, in Calabria Spirlì conferma che la riapertura il 7 avverrà solo se ci saranno determinate condizioni

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COSENZA – “Le Regioni riflettano bene sulle conseguenze per studenti e famiglie“.  Lo ha detto la Ministra Lucia Azzolina commentando l’annuncio di alcune Regioni di voler posticipare il rientro in classe per gli studenti delle scuole superiori, nonostante l’intesa firmata pochi giorni fa con Governo, Province e Comuni. “Il Governo ha mantenuto gli impegni, i tavoli guidati dai Prefetti hanno prodotto piani operativi in tutte le Province, lavorando sul potenziamento dei trasporti e sullo scaglionamento degli orari di scuole e altre attività. Ognuno faccia la propria parte”. Proprio oggi l’ISS ha diffuso un rapporto in cui si sostiene che il sistema scolastico non è fra i principali contesti di trasmissione del Paese ed abbia inciso solo per il 2%.

Nelle scuole solo il 2% dei focolai nazionali

In particolare nel periodo 31 agosto-27 dicembre 2020 sono stati rilevati 3.173 focolai in ambito scolastico, pari al 2% del totale dei focolai segnalati a livello nazionale. Il Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità ha analizzato l’andamento epidemiologico nazionale e regionale dei casi di Covid-19 in età scolare (3-18 anni), La maggior parte dei casi in età scolare (40%) si è verificata negli adolescenti di età compresa tra 14 e 18 anni, seguiti dai bambini delle scuole primarie di 6-10 anni (27%), dai ragazzi delle scuole medie di 11-13 anni (23%) e dai bambini delle scuole per l’infanzia di 3-5 anni (10%). Il tasso di ospedalizzazione nella popolazione in età scolare è stato dello 0,7% a fronte dell’8,3% nel resto della popolazione. Nella popolazione 0-3 anni il tasso di ospedalizzazione è molto più elevato, pari al 6,2%. Allo stato attuale delle conoscenze, rileva lo studio, le scuole sembrano essere ambienti relativamente sicuri, purché si continui ad adottare una serie di precauzioni ormai consolidate quali indossare la mascherina, lavarsi le mani, ventilare le aule, e si ritiene che il loro ruolo nell’accelerare la trasmissione del coronavirus in Europa sia limitato.

La decisione di riaprire le scuole comporta un difficile compromesso tra le conseguenze epidemiologiche e le esigenze educative e di sviluppo dei bambini. Per un ritorno a scuola in presenza, dopo le misure restrittive adottate in seguito alla seconda ondata dell’epidemia di COVID-19, è necessario bilanciare le esigenze della didattica con quelle della sicurezza. Le scuole devono far parte di un sistema efficace e tempestivo di test, tracciamento dei contatti, isolamento e supporto con misure di minimizzazione del rischio di trasmissione del virus, compresi i dispositivi di protezione individuale e un’adeguata ventilazione dei locali”. L’esperienza di altri Paesi, spiega ancora il Rapporto, mostra che il mantenimento di un’istruzione scolastica in presenza dipende dal successo delle misure preventive adottate nella comunità più ampia. Quando sono in atto e ampiamente seguite misure di mitigazione sia a scuola che a livello di comunità, le riaperture scolastiche pur contribuendo ad aumentare l’incidenza di COVID-19, causano incrementi contenuti che non provocano una crescita epidemica diffusa.

Spirlì “riapriremo solo in condizioni di sicurezza”

Mentre alcune regioni hanno dunque deciso di posticipare il ritorno in presenza, in Calabria per adesso non dovrebbero esserci variazioni rispetto alla data del 7 che prevede il ritorno delle superiori al 50%. Ma tutto dipenderà dalla sicurezza con cui i ragazzi torneranno nelle aule. Condizione imprescindibile per Spirlì che lancia una stoccata alla stessa Ministra “se non ci saranno pericoli per i nostri ragazzi la scuola riprenderà in presenza al 50%, e non al 75% come avrebbe preteso la ministra Lucia Azzolina che non ha niente da pretendere. E se lo ritiene venga sui territori e ci dica cosa fare e come comportarci“.

“Al momento – ha aggiunto Spirlì – abbiamo ricevuto un parere indiretto, riferito dal Governo ieri sera, che ci dice che la situazione pandemica è in peggioramento. E questa è una cosa che davvero non ci piace. Ora, se abbiamo rinviato le elezioni per evitare assembramenti perché sono un pericolo, a maggior ragione dobbiamo essere messi nella condizione di decidere se le scuole siano in grado o meno di garantire l’assoluta tutela della salute dei nostri ragazzi. Fino ad ora non mi sono mai tirato indietro ma adesso anche altri lo devono fare. Chiederemo per questo alle autorità scolastiche di darci non il loro parere ma l’assoluta assicurazione che nessun ragazzo, bambino, infante si contagerà a scuola o nel tragitto per giungere da casa o fare rientro”. “Mi auguro che i ragazzi possano proseguire la loro formazione in presenza – ha detto ancora Spirlì – ma è inderogabile pensare alla loro tutela. La scelta la faremo tutti assieme ma ci dovrà essere la sicurezza. E solo allora dirò che le scuole restino aperte”.

Contagiati quattro bambini a Isca

Intanto ci sono altri quattro bambini, una docente e una collaboratrice della scuola dell’infanzia di Isca sullo Ionio, positivi al Covid-19. Il risultato è arrivato dopo la campagna di screening effettuata sabato scorso a seguito della positività di una maestra dello stesso istituto del comune ionico e di un bambino della sua classe. “Gli interessati e le loro famiglie – fa sapere l’amministrazione guidata da Vincenzo Mirarchi – sono stati già avvisati”. E a Frascineto, alle prese con un focolaio, il ritorno a scuola è stato già posticipato al 18 gennaio con un’apposita ordinanza motivata allo scopo di tutelare la salute dei bambini e dei ragazzi, e, nel contempo, assicurare la massima tranquillità alle famiglie, agli insegnanti, a tutto il personale e così, contenere il diffondersi del virus.

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