Calabria
È calabrese lo scienziato a capo della sperimentazione sul farmaco per l’immunità immediata al Covid
Potrebbe già essere pronto per l’estate secondo quanto riferisce il lametino Vincenzo Libri, Direttore del Centro Ricerche cliniche dell’University College di Londra
COSENZA – É calabrese lo scienziato a capo della sperimentazione britannica su un nuovo farmaco che potrebbe dare l’immunità immediata al Covid-19. Si chiama Vincenzo Libri, 59enne originario di Lamezia Terme, ed è il Direttore del Centro Ricerche cliniche dell’University College di Londra. L’esperto lametino, ormai da 30 anni nella capitale britannica, in un’intervista a Sky Tg24 spiega che “questo farmaco potrebbe dare un’immunità immediata” e dare una “portata grandiosa” alla nostra attuale conoscenza del Covid.
“L’aspettativa è che ci sia una protezione per almeno 6 mesi-un anno” e in presenza di “chiarissimi risultati positivi intermedi si potrebbe chiedere un’ urgente approvazione anche prima della formale conclusione dello studio”, ha riferito lo scienziato.
Farmaco anti-Covid forse per l’estate
Secondo lo scienziato calabrese lo studio è “di portata potenzialmente spettacolare, grandiosa” e bisognerà attendere ancora diversi mesi per il farmaco “in base a chiarissimi risultati positivi intermedi dello studio si potrebbe chiedere un’urgente approvazione anche prima della formale conclusione dello studio. Che potrebbe in linea teorica verificarsi per marzo-aprile, più probabile per l’estate, nella peggiore delle ipotesi alla fine del 2021, in base al numero dei volontari che accedono al programma”.
Nello specifico, lo scienziato spiega che “se diamo degli anticorpi già attivi che riconoscono il virus e quindi non dobbiamo aspettare i tempi tecnici del vaccino che stimola gli anticorpi naturali l’effetto è immediato, posto che gli studi diano i risultati desiderati, siamo ancora all’inizio”.
“Ovviamente siamo agli inizi – sottolinea – quindi non possiamo dirlo con certezza, ma da un punto di vista del principio c’è l’opportunità di trattare pazienti che non avrebbero comunque un vantaggio dal punto di vista del vaccino. Infatti, la differenza fondamentale fra un vaccino convenzionale e un trattamento con anticorpi neutralizzanti è che il primo stimola la produzione di anticorpi naturali, questo trattamento invece riproduce in maniera sintetica, in laboratorio, l’anticorpo Covid”.
Lo studio proseguirà per un anno
“Lo studio continuerà per un anno, l’aspettativa – ha concluso Libri – è che ci sia una protezione per almeno 6 mesi-un anno, un po’ come per tutti gli anticorpi neutralizzanti anche in altre patologie”.
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