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Covid, l’altra faccia del dramma: al Sud il 31,9% di imprese chiuse pensa di non riaprire

Italia

Covid, l’altra faccia del dramma: al Sud il 31,9% di imprese chiuse pensa di non riaprire

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La fotografia dell’Istat nel secondo report sulle imprese nell’emergenza sanitaria Covid. Tragiche le previsioni nel Mezzogiorno: il 31,9% delle imprese al momento chiuse (pari a 6 mila unità) prevede di non riaprire più

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COSENZA – Tra le imprese italiani attualmente non operative, quelle che si trovano nel Mezzogiorno sono a maggior rischio di chiusura definitiva: una percentuale che riguarda il 31,9% delle imprese chiuse (pari a 6 mila unità) e che prevede di non riaprire rispetto al 27,6% del Centro, al 23% del Nord-ovest e al 13,8% del Nord-est (24% il totale in Italia). Lo rileva l’Istat nel secondo report sulle imprese nell’emergenza sanitaria Covid. Nel corso della rilevazione, il 68,9% delle imprese ha dichiarato di essere in piena attività, il 23,9% di essere parzialmente aperta – svolgendo la propria attività in condizioni limitate in termini di spazi, orari e accesso della clientela. Il 7,2% ha invece dichiarato di essere chiuso: si tratta di circa 73 mila imprese, che pesano per il 4,0% dell’occupazione. Di queste 55 mila prevedono di riaprire mentre 17 mila (pari all’1,7% delle imprese e allo 0,9% degli occupati) non prevedono una riapertura.

L’85% delle unità produttive “chiuse”, spiega l’istituto, sono microimprese e si concentrano nel settore dei servizi non commerciali (58 mila unità, pari al 12,5% del totale), in cui è elevata anche la quota di aziende parzialmente aperte (35,2%). Le attività sportive e di intrattenimento presentano la più alta incidenza di chiusura, seguite dai servizi alberghieri e ricettivi e dalle case da gioco. Una quota significativa di imprese attualmente non operative si riscontra anche nel settore della ristorazione (circa 30 mila imprese di cui 5 mila non prevedono di riprendere) e in quello del commercio al dettaglio (7 mila imprese). Il 28,3% degli esercizi al dettaglio chiusi non prevede di riaprire rispetto all’11,3% delle strutture ricettive, al 14,6% delle attività sportive e di intrattenimento e al 17,3% delle imprese di servizi di ristorazione non operative.

 

 

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