Cosenza
Cosenza, lavoratori Abramo Customer Care in piazza: “la situazione è drammatica”
Un accorato appello alle istituzioni quello lanciato questa mattina dai lavoratori dell’azienda Abramo Customer Care che sono scesi in piazza, davanti la Prefettura di Cosenza per rivendicare i loro diritti
COSENZA – L’azienda Abramo Customer Care Spa il 31 ottobre scorso ha presentato un concordato fallimentare al Tribunale di Roma per provare a salvare il salvabile in termini di debito/credito e poi ‘cedere’ i lavoratori al migliore offerente. Persone che lavorano in quella realtà anche da oltre 10 anni e che ora rischiano di finire in mezzo ad una strada. Antonio De Rose è un dipendente che lavora per Abramo da circa 11 anni: “l’azienda ha presentato il concordato perchè non è in grado, non avendo cassa, di andare avanti e la diretta conseguenza è che non abbiamo percepito il 30% della mensilità di settembre, quella di ottonbre e aspettiamo di ricevere lo stipendio di novembre ma ci hanno detto che sarà diviso in due tranche. Al momento però queste sono solo parole”.
“Siamo molto in apprensione per quanto riguarda il mantenimento del nostro posto di lavoro e laddove dovessimo essere “ceduti” e venduti ad un altra azienda, non sappiamo se avremo un posto di lavoro ma soprattuto se conserveremo i nostri diritti acquisiti in tutti questi anni: ore, istituti, livello…”. Il sit in di questa mattina è stato promosso per lanciare un forte e accorat appello alle istituzioni “affinchè ci sostengano in questo iter che va avanti da due anni. Siamo circa 3.000 lavoratori e ci sono famiglie che grazie a questo lavoro si sono costruite negli anni. Ora potrebbero letteralmente sgretolarsi. Addirittura alcune di queste famiglie – spiega Antonio – dipendono totalmente da questo lavoro perchè marito e moglie lavorano nell’azienda. Non riusciamo a venirne a capo e l’azienda non vuole parlare con noi che invece più volte abbiamo chiesto un incontro per chiarire l’iter di questo concordato. E’ una situazione drammatica e ci rivolgiamo al governo, regionale e nazionale, un aiuto per continuare a vivere dignitosamente”.
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