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Abramo Customer Care, sit in domani a Cosenza: “diritti non sono in vendita”

Cosenza

Abramo Customer Care, sit in domani a Cosenza: “diritti non sono in vendita”

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Un presidio di protesta è stato promosso per domani mattina alle 10.30, davanti la Prefettura di Cosenza per la vertenza dei lavoratori dell’azienda di call center Abramo Customer Care

 

COSENZA – Il sindacato Cobas da quasi due anni denuncia la situazione in cui versa la Abramo Customer Care, azienda di call center nella quale sono occupati migliaia di uomini e donne in Calabria e non solo. “Sia come sindacato che come lavoratori e lavoratrici presenti in azienda – riporta una nota dei dipendenti – abbiamo sempre sollevato criticità sulle scelte della direzione aziendale e sulla sostanziale accondiscendenza dei sindacati confederali. Vedi i nostri comunicati precedenti , gli incontri pubblici, la partecipazione a scioperi e manifestazioni”.

“Oggi, dopo anni e anni di “riduzione dei costi”, chiusura di importanti sedi come quella di Lamezia Terme, largo utilizzo di contratti precari e a progetto, utilizzo di FIS e sostegni pubblici, svariate mancate retribuzioni, carenze nell’adozione delle misure anti-contagio e peggioramenti nelle condizioni di lavoro, sembra che i nodi siano venuti al pettine. L’azienda, come tutti sanno  è nella procedura di concordato presso il Tribunale di Roma”.

“In sostanza – spiegano i lavoratori – la Abramo Customer Care Spa chiuderà i battenti, proverà a salvare il salvabile in termini di debito/credito e infine spacchetterà azienda e lavoratori vendendo il vendibile al migliore offerente. Quasi fossimo a un mercato delle vacche in cui contrattare diritti e futuro di ogni lavoratore e lavoratrice che per decenni si è fatto letteralmente il sangue acido nei vari servizi di informazione, assistenza e vendita. Lo diciamo senza giri di parole come abbiamo sempre fatto. Per questo siamo stati definiti avvoltoi, terroristi, jettatori, barricaderi, rivoluzionari, etc. In realtà non avevamo e non abbiamo nessun altro interesse se non quello di una difesa a oltranza dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici (non solo dei nostri iscritti/e). Per questo abbiamo sempre scritto quello che pensavamo e pensiamo manifestando tutte le nostre perplessità anche a costo di scontentare qualcuno e far crollare certezze fasulle”.

“Come organizzazione sindacale inoltre abbiamo chiesto a più riprese di prendere visione del piano industriale e di poter interloquire con la direzione per manifestare le legittime richieste e perplessità dei nostri iscritti e di tutta la forza lavoro, nonché la necessità di condividere con noi informazioni e comunicazioni. Dal lato aziendale abbiamo solo avuto silenzi e dinieghi. Adesso per i lavoratori e le lavoratrici Abramo si apre un lungo e difficile cammino fatto di pretese aziendali, tentativi di aumentarne la produttività (=intensificarne lo sfruttamento) per renderli più competitivi sul mercato, in una lotta di sfinimento (già iniziata) mirata a rendere gli stessi lavoratori ricattabili e dunque disponibili a sacrificare più diritti e salario possibili in cambio di continuità lavorativa con un nuovo acquirente. E’ una storia già vista. Molti di noi dei Cobas provengono dal fallimento Infocontact, situazione diversa ma sostanzialmente analoga per la concreta possibilità di peggioramenti contrattuali, di fatto poi avvenuta”.

“E’ proprio a seguito di queste brutte esperienze vissute in prima persona e in cui abbiamo perso diritti e salario, – scrivono i lavoratori – abbiamo deciso di abbandonare i sindacati confederali o la non-sindacalizzazione per organizzarci in prima persona nei Cobas. Pensiamo che sia necessario mobilitarsi attivamente continuando a organizzarci sul posto di lavoro, facendo fronte comune per difenderci dalle pretese aziendali e dei nuovi possibili acquirenti, ma anche manifestando per riaffermare la nostra dignità di lavoratrici e lavoratori evitando così che il tutto si consumi nel silenzio e nell’isolamento mediatico, sociale e istituzionale”.
I Cobas si sono schierati al fianco dei lavoratori Abramo mettendo a disposizione tutti gli strumenti legali e sindacali necessari a difenderci nella fase che si è aperta e nelle successive. Domattina alle 10.30 in Piazza 11 Settembre a Cosenza si terrà un sit-in di protesta che si svolgerà pacificamente, rispettando il distanziamento fisico e l’utilizzo di mascherine al fine di sollecitare un incontro a istituzioni e azienda”.

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