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Coronavirus, c’è preoccupazione per ottobre. Il piano del ministero della Salute

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Coronavirus, c’è preoccupazione per ottobre. Il piano del ministero della Salute

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L’arrivo dell’autunno porterà inevitabilmente ad un aumento dei casi di contagio da coronavirus, a causa degli sbalzi termici, ma il ministero della Salute e Istituto superiore di sanità hanno messo a punto un piano d’azione in 20 pagine

 

Quattro gli scenari possibili in autunno: tutto dipenderà dalla stabilizzazione, o meno, dell’indice di contagio, l’ormai famoso Rt, che è schizzato in alcune regioni, dal contenimento dei focolai. Ma anche dall’individuazione immediata e dal contenimento dei focolai, dall’impatto della riapertura delle scuole sui contagi, dal grado di accettazione delle misure di prevenzione, dalla capacità di risposta dei sistemi di controllo e di prevenzione.

L’ipotesi più tranquilla è la prima, quella che ipotizza focolai localizzati e sotto controllo con Rt regionali sopra soglia per periodi limitati di tempo (meno di un mese) e bassa incidenza. Questo scenario è previsto se la trasmissibilità del Covid-19 «non aumenti sistematicamente da qui alla fine dell’estate, le scuole abbiano un impatto modesto sulla trasmissibilità e i sistemi di sanitari regionali riescano a tracciare e tenere sotto controllo i nuovi focolai, inclusi quelli scolastici».

Il secondo caso prevede una situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa, ma gestibile dal sistema sanitario. Dunque ipotizza valori di Rt regionali «sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1 e Rt=1.25», difficoltà a contenere i nuovi focolai, anche scolastici. Ma ipotizza si riesca «comunque a limitare di molto il potenziale di trasmissione» del virus con misure di contenimento straordinarie, già utilizzate con successo nelle prime fasi.

Il terzo caso ipotizza una situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario. Dunque valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1.25 e Rt=1.5. E si riesca a limitare, solo modestamente, il potenziale di trasmissione del coronavirus: «incidenza elevata, mancata capacità di tenere traccia delle catene di trasmissione e iniziali segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali in seguito all’aumento di casi a elevata gravità clinica». Dunque aumento dei tassi di occupazione dei posti letto ospedalieri – area critica e area non critica,

Il quarto caso è il più grave, quello che ipotizza uno scenario di trasmissibilità non controllata «con criticità nella tenuta del sistema sanitario, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente maggiori di 1.5 per periodi lunghi (almeno 1 mese)». Anche se una epidemia con queste caratteristiche «porterebbe a misure di mitigazione e contenimento più aggressive nei territori interessati» lo scenario ipotizza casi elevati e sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi. E si ipotizzano misure forti, proporzionali alla gravità della situazione.

Fondamentale il monitoraggio della situazione epidemiologica e l’impatto dell’infezione da coronavirus per identificare precocemente segnali di allerta e adottare misure aggiuntive, anche in ambiti regionali ristretti, prima che ci sia un aumento incontrollato in un territorio.

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