Italia
Spaccio e torture, arrestati 7 carabinieri e sequestrata caserma. Procura “reati impressionanti”
Sequestrata un’intera caserma e 10 militari coinvolti di cui 7 tratti in arresto. L’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Piacenza. I reati contestati andrebbero dallo spaccio, all’estorsione fino alla tortura “Illeciti più gravi commessi durante il lockdown con il più totale disprezzo dei decreti emanati dalla presidenza del consiglio”
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PIACENZA – “Siamo di fronte a reati impressionanti se si pensa che sono stati commessi da militari dell’Arma dei carabinieri‘. Lo ha spiegato il procuratore capo di Piacenza, Grazia Pradella, durante la conferenza stampa per l’operazione della Guardia di Finanza che ha portato questa mattina all’arresto di sette carabinieri della stazione di Piacenza Levante con le accuse di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali, peculato, abuso d’ufficio e falsità ideologica. Accuse gravissime rispetto a degli episodi inauditi e inqualificabili documentati. Dall’Arma arriva il ‘totale sostegno ai magistrati’ e per i militari coinvolti il Comando generale ha disposto “l’immediata sospensione dall’impiego“. Il comando generale, sottolinea una nota, ha contestualmente disposto la “valutazione amministrativa dei fatti per adottare, con urgenza, rigorosi provvedimenti disciplinari a loro carico”.
La caserma dei Carabinieri di via Caccialupo a Piacenza posta sotto sequestro mentre i provvedimenti di custodia cautelare nell’operazione sono in totale 23 di cui dieci a carabinieri: oltre ai sei arrestati, tre hanno l’obbligo di presentazione alla Polizia (più un agente della Guardia di finanza) e uno l’obbligo di dimora. Solo un militare non appare coinvolto nelle indagini, tutti gli altri sono stati raggiunti da misure cautelari. Vittime di brutali pestaggi, secondo gli inquirenti, soprattutto gli spacciatori che non volevano collaborare ed entrare nella rete clandestina di gestione della droga nel quartiere che, secondo le accuse, i militari avevano creato. Le indagini sono state svolte in poco tempo, circa 6 mesi, i protagonisti sono stati monitorati minuto per minuto con intercettazioni telefoniche e telematiche.
Azioni e comportamenti criminali
“Ho fatto un’associazione a delinquere ragazzi (…) in poche parole abbiamo fatto una piramide (…) noi siamo irraggiungibili”. Sono alcune frasi, agli atti dell’ordinanza che ha portato all’arresto di alcuni carabinieri e al sequestro di una caserma a Piacenza, raccolte da un’intercettazione ambientale. “Abbiamo trovato un’altra persona – prosegue l’intercettazione – che sta sotto di noi. Questa persona qua va tutti da questi gli spacciatori e gli dice: ‘Guarda, da oggi in poi, se vuoi vendere la roba vendi questa qua, altrimenti non lavori!’ e la roba gliela diamo noi!”.
“Faccio a fatica a definire questi soggetti come carabinieri, perché i loro sono stati comportamenti criminali. Non c’è stato nulla in quella caserma di lecito”. Sono le parole che il capo della Procura di Piacenza, Grazia Pradella, ha utilizzato nell’introdurre la lunga conferenza stampa circa l’indagine per droga, torture ed estorsione che questa mattina ha portato all’arresto di sette carabinieri e alla chiusura e sequestro di una caserma dell’Arma in centro a Piacenza.
Illeciti più gravi durante il lockdown
“Tutti gli illeciti più gravi sono stati commessi in piena epoca Covid e del lockdown, con disprezzo delle più elementari regole di cautela imposte dai decreti del Presidente del Consiglio. Mentre la città di Piacenza contava i tanti morti del coronavirus, questi carabinieri – afferma Pradella – approvvigionavano di droga gli spacciatori rimasti senza stupefacente a casa delle norme anti Covid. Accuse gravissime rispetto a degli episodi inauditi e inqualificabili. Fatti inaccettabili, che rischiano di infangare l’immagine dell’Arma, che invece è composta da 110.000 uomini e donne che ogni giorno lavorano con altissimo senso delle Istituzioni al fianco dei cittadini. Sono loro il volto della legalità, a ciascuno di loro oggi esprimo la più profonda riconoscenza e vicinanza”. Lo afferma il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. “Da subito sia l’Arma dei Carabinieri che il Ministero della Difesa hanno dato la massima disponibilità a collaborare con la magistratura affinché si faccia completa luce sulla vicenda – aggiunge Guerini – Il Comandante Nistri mi ha confermato di aver immediatamente assunto tutti i provvedimenti possibili e consentiti dalla normativa vigente nei confronti del personale coinvolto”.
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