Calabria
Operazione ‘Imponimento’, Gratteri: “alla cosca Anello legate tante ‘ndrine satelliti”
Sono state sequestrate tre strutture turistiche e beni per 160 milioni, oltre 100 appezzamenti di terreno e 80 autoveicoli
CATANZARO – “Un’organizzazione criminale che abbracciava tre provincie e trovate tutta la gamma dei reati tranne lo sfruttamento della prostituzione. Questa indagine dura da quattro anni e nel corso del tempo si è affinata fino ad arrivare al risultato odierno. In particolare, colpisce la cosca Anello, alla quale erano collegate tante piccole ‘ndrine satelliti subordinate, con forti interessi economici dal traffico di droga e di armi e al controllo di attività turistiche. Abbiamo costruito squadre investigative comuni con la Svizzera, su Berna, dove operavano gruppi mafiosi e malgrado le difficoltà siamo riusciti a chiudere il complesso lavoro”. È il commento del procuratore Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa per illustrare i particolari dell’operazione “Imponimento”.
Si tratta di un’operazione internazionale di polizia coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica-Dda di Catanzaro e dall’Ag elvetica, in un’azione comune contro la ‘ndrangheta, operante principalmente nel territorio che collega Lamezia Terme alla provincia di Vibo Valentia.
Secondo quanto emerso in conferenza stampa, sono state sequestrate tre strutture turistiche e beni per 160 milioni, oltre 100 appezzamenti di terreno, oltre 80 autoveicoli. L’operazione è il risultato di anni di intenso lavoro investigativo svolto nell’ambito di una squadra investigativa comune – Joint investigation team – costituita presso Eurojust tra magistratura e forze di polizia dei due Paesi, cui hanno aderito, per l’Italia, la Procura distrettuale antimafia di Catanzaro e reparti della Guardia di finanza della Polizia economico-finanziaria di Catanzaro e lo Scico di Roma e, per la Svizzera, la Procura della Confederazione Elvetica di Berna e la Polizia giudiziaria federale di Berna. “Si tratta di una sinergia assolutamente vincente – ha detto il comandante della Gdf Fabio Contini – che nella fattispecie spiega il complesso lavoro di indagine. Lo Scico ci ha aiutato nella proiezione internazionale con strumentazioni all’avanguardia e personale molto competente”.
In conferenza stampa anche Vincenzo Capomolla, il procuratore aggiunto. “L’indagine mostra la vita pulsante di una locale di ‘ndrangheta e come gli esponenti si muovono sul territorio occupando tutti gli spazi e condizionano il mercato. Andiamo dall’attività predatoria delle estorsioni, fino a quella più sofisticata delle imposizioni di forniture di ditte nel settore edilizio e in quello turistico, special modo tra Lamezia e Vibo. Dalle forniture si passa alla gestione vera e propria delle attività turistiche, con un rapporto opaco fra ‘ndrangheta e imprenditoria, entrambi traggono vantaggi dal tenersi la mano e darsi reciproco sostegno. C’è chi ha ritenuto opportuno avvalersi della collaborazione della ‘ndrangheta, considerata come opportunità per conseguire maggiori risultati”. “Sotto la lente anche i rapporti con l’Inail – ha aggiunto Capomolla – per testimoniare la pervasività della cosca anche negli infortuni sul lavoro. Una marcata capacità di condizionamento che non lascia spazi inesplorati. Resta centrale l’attività di traffico di droga con il controllo di enormi piantagioni e lo smistamento di importanti quantitativi di cocaina”.
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