Italia
Ustica, dopo 40 anni lo Stato pagherà alla compagnia Itavia 330 milioni
Lo Stato italiano pagherà 330 milioni di euro di danni alla compagnia aerea Itavia e i ministeri dei Trasporti e Infrastrutture e della Difesa, dovranno aggiungere anche un indennizzo per il danno subito dalla società
ROMA – Sono trascorsi 40 anni dalla strage di Ustica l’incidente aereo, avvenuto la sera del 27 giugno 1980 sopra il braccio di mare compreso tra le isole italiane di Ponza e Ustica ed ora i ministeri dei Trasporti e delle Infrastrutture e della Difesa dovranno risarcire la compagnia Itavia per il dissesto finanziario dopo il disastro. Alla compagnia infatti venne ordinato il blocco della flotta e revocate le concessioni. La condanna arriva dalla Corte d’Appello di Roma: i due ministeri dovranno risarcire con 330 milioni di euro agli eredi del titolare della compagnia, in amministrazione controllata dai tempi della strage dei passeggeri del DC9 precipitato nel 1980. Il blocco nei confronti della compagnia aerea venne imposto il successivo 10 dicembre 1980 e successivamente con decreti del 16 dicembre 1980 e del 23 gennaio 1983 vennero dichiarate decadute tutte le concessioni di volo.
La causa contro i ministeri della Difesa e Infrastrutture e Trasporti è stata portata avanti dagli amministratori straordinari della società, rappresentati dallo studio dell’avvocato Giuseppe Alessi e ad adiuvandum Luisa Davanzali, difesa dall’avv. Giuliano Pompa e Finnat Fiduciaria, difesa dall’avvocato paolano Nicola Gaetano. Soci che insieme rappresentano il 69% della proprietà. Le vittime del disastro furono ottantuno, di cui tredici bambini, ma furono ritrovate e recuperate solo trentotto salme.
La prima ipotesi sull’inchiesta avviata a seguito del disastro era quella di un cedimento strutturale del velivolo ma poi dopo anni di indagini, insabbiamenti, e notizie contrastanti talvolta nascoste, la verità processuale emersa è stata quella dell’abbattimento dell’aereo da parte di un missile che colpì il DC9 di Itavia. Sul ministero della Difesa dunque la responsabilità di non aver garantito la sicurezza dello spazio aereo mentre sul ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, di aver permesso la circolazione di altri aerei sulla stessa rotta. Pertanto le due sentenze quantificano i danni relativamente alla caduta del volo e di conseguenza dei costi e anche al danno complessivo subito dalla società che subì anche un danno di immagine e di reputazione. La sentenza è stata pubblicata ieri, 22 aprile. La società Aerolinee Itavia in passivo dunque, tornerà in attivo e in mano alla proprietà, composta in maggioranza dalla famiglia Davanzali che possiede il 48% delle azioni.
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