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Coronavirus, 3 miliardi al reddito di emergenza. Catalfo “andrà a persone senza nessun aiuto”

Italia

Coronavirus, 3 miliardi al reddito di emergenza. Catalfo “andrà a persone senza nessun aiuto”

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Questa mattina, ospite su Class CNBC, la ministra del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo ha parlato della nuova misura economica. Circa 3 miliardi di euro a sostegno di una platea di che include 3 milioni di italiani

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COSENZA – C’è una nuova misura economica allo studio del governo e che riguarda circa 3 milioni di italiani, ad oggi prive di qualsiasi forma di aiuto. Ad illustrarlo in un’intervista su Class CNBC, la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo. “come Governo, dopo quello di marzo, stiamo già lavorando al nuovo decreto con il quale intendiamo rinnovare e potenziare le misure di sostegno al reddito per i lavoratori e le famiglie e in più istituire un Reddito di emergenza rivolto a tutti i cittadini che oggi sono senza alcun tipo di aiuto”. Intanto, proprio per ribadire il concetto che in questa emergenza – ha detto la Catalfo – nessuno deve rimanere indietro, tra i nostri emendamenti al ‘Cura Italia‘ c’è quello per tutelare tutti i lavoratori assunti dopo il 23 febbraio, anche con un giorno di anzianità”. A disposizione del reddito di emergenza ci sarebbero risorse per 3 maliardi di euro.

Stiamo valutando la platea e l’impatto. Quindi per tutte queste persone che non hanno altri sostegni al reddito sarà previsto il reddito di emergenza, che aiuterà in questo periodo anche di crisi economica. Nel decreto di aprile il pacchetto per gli ammortizzatori sociali sarà ‘intorno ai 15 miliardi. Il pacchetto di misure per il lavoro peserà svariati miliardi. La cifra, rispetto al decreto precedente, potrebbe essere raddoppiata, se non anche di più, perché si è ampliata la chiusura delle attività. Per cui è chiaro che per tutelare tutti i lavoratori e tutte le imprese stiamo facendo questa previsione di ampliamento e rafforzamento importante degli ammortizzatori sociali“, ha sottolineato la ministra.

“Con questa emergenza abbiamo avuto l’opportunità, tra virgolette, di testare lo smart working, nelle aziende private così come nella Pubblica amministrazione. Abbiamo numeri importanti: più di un milione nel privato e più dell’80% nel settore pubblico stanno in questo momento lavorando in smart working. Il piano Sure sicuramente è un aiuto, un primo passo che l’Europa sta mettendo in campo per il sostegno al reddito dei lavoratori. Sicuramente è una misura necessaria e importante. Visto che ci troviamo in una situazione di emergenza straordinaria quasi fossimo nel dopoguerra, quello che bisogna fare è mettere insieme un pacchetto di strumenti che aiutino tutti i Paesi europei ad affrontare questa emergenza che non solo è sanitaria ma che ha anche un forte impatto sull’economia e sul mercato del lavoro”, ha detto. Questo aiuto, ha rimarcato la ministra, “si potrebbe usare anche per integrare il sostegno che noi già abbiamo previsto nel decreto Cura Italia e che rafforzeremo nel prossimo decreto di aprile, anche per favorire l’occupazione”.

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