Archivio Storico News
Esultanza pro-Speziale: “Biccio” all’esame Palazzi
COSENZA – Il “capriccio” di Biccio. Da domenica pomeriggio la popolarità di Pietro “Biccio” Arcidiacono è alle stelle. A far accendere la luce dei riflettori sul talentuoso furetto catanese, non è stato uno di quei gol da cineteca del calcio, ma quella sua esultanza un pò troppo “Speziale”.
Quella maglietta indossata per festeggiare il gol del 3-2 contro il Sambiase, aveva un destinatario particolare: Antonino Speziale, l’ultrà del Catania, condannato in via definitiva a otto anni di reclusione, per l’omicidio dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti, morto durante il derby Catania-Palermo, del 2 febbraio del 2007. Nonostante a fine partita, Arcidiacono, abbia spiegato che con quel suo gesto, non voleva mancare di rispetto alle forze dell’ordine, nè offendere la memoria del poliziottio ucciso, nè, tantomeno, commentare una sentenza di condanna, il fuoriclasse rossoblù è stato, immediatamente, sospeso dal sodalizio silano. «Ho esultato per testimoniare la mia solidale amicizia nei confronti di un amico, con cui sono cresciuto. Un modo per fargli sentire che ero vicino a lui». Si è giustificato così Biccio. Ma le scuse non gli hanno evitato i guai. I sindacati di polizia, infatti, si sono schierat contro il giocatore, invitando gli stessi tifosi del Cosenza a fare lo stesso, disertando, perfino, gli spalti del San Vito. I supporters del Cosenza, però, quest’invito,. l’hanno preso con un “sopruso”, finendo per “imbrattare” con slogan di solidarietà nei confronti di Arcidiacono, i “muri” dei più frequentati social network. Anche la giustizia federale non è rimasta a guardare. Su segnalazione della Lega Nazionale dilettanti, infatti, il gesto del fantasista è stato portato al’attenzione del procuratore Palazzi. Il numero uno della magistratura del calcio potrebbe utilizzare la mano pesante nei confronti del giocatore. Addirittura c’è chi ne chiede la radiazione dal mondo della pedata. La società Nuova Cosenza Calcio, rappresentata dal patron Eugenio Guarascio, attraverso l’ufficio stampa Patrizia De Napoli, già dopo lo scoppio del “caso”, s’è dichiarata estranea ai fatti contestati, dichiarando di non essere a conoscenza delle intenzioni del suo calciatore. Quella maglietta, infatti, con la dedica incriminata, a Pietro Arcidiacono, gli è stata passata dal fratello Salvatore, seduto in panchina. Ma non è tutto. Il questore di Catanzaro, Guido Marino, competente per territorio, potrebbe, ulteriormente, usare la mano pensante nei confronti del giocatore, emettendo un decreto di Daspo.
STAGIONE FINITA? E’ questa la paura più grande che tormenta i sogni dei tifosi silani. Anche se, nonostante il grave gesto commesso, “Biccio” non dovrebbe rischiare conseguenze gravi.
RAPPORTO IN BILICO? Con insistenza, purtroppo, gira voce di un possibile divorzio tra il calciatore e la società. Saranno le prossime ore (determinante il giudizio di Palazzi, non meno importante le scelte societarie, ndr) a dire se Arcidiacono verrà multato e sospeso temporaneamente dalla squadra, o se si deciderà per un taglio netto al suo contratto.
Social