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Enti sciolti per infiltrazioni mafiose, la Calabria è al primo posto

Calabria

Enti sciolti per infiltrazioni mafiose, la Calabria è al primo posto

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Solo lo scorso anno, il 2019, gli enti locali sciolti per infiltrazioni mafiose sono stati ventuno. La Calabria occupa la prima posizione della classifica di Avviso Pubblico

 

ROMA – Nel 2019 gli enti locali sciolti per mafia in Calabria sono stati 8. Segue la Sicilia con 7,  la Puglia con 3 e poi ancora la Campania 2 e la Basilicata 1. E’ quanto emerge dai dati di Avviso Pubblico, rete di Enti locali e Regioni contro le mafie. Considerando anche le proroghe di precedenti scioglimenti – 26 nel 2019 – si ottiene la cifra più rilevante di questi 29 anni. Dal 1991, anno di entrata in vigore della legge che disciplina tale istituto, è la settima volta che viene superata la soglia dei 20 scioglimenti.

I dati di Avviso Pubblico fanno emergere nel complesso l’emanazione di 545 decreti ex art. 143 del testo unico sugli enti locali, dei quali 205 di proroga; su 340 decreti di scioglimento, 23 sono stati annullati dai giudici amministrativi.

Gli enti la cui gestione amministrativa, nel 2019, è stata affidata ad una commissione straordinaria sono quelli di:

Careri (Reggio Calabria; sciolto una prima volta nel 2012)
Pachino (Siracusa)
San Cataldo (Caltanissetta)
Mistretta (Messina)
Palizzi (Reggio Calabria)
Stilo (Reggio Calabria)
Arzano (Napoli; al terzo scioglimento, dopo quelli del 2008 e del 2015)
San Cipirello (Palermo)
Sinopoli (Reggio Calabria; già sciolto nel 1997)
Torretta (Palermo; sottoposto a scioglimento nel 2005; archiviato nel 2014)
Misterbianco (Catania; già tra i primi enti sciolti nel 1991)
Cerignola (Foggia)
Manfredonia (Foggia)
Orta di Atella (Caserta; al secondo scioglimento, dopo quello del 2008)
Africo (Reggio Calabria; giunto al terzo provvedimento dissolutorio, dopo quelli del 2003, successivamente annullato, e del 2014)
Carmiano (Lecce)
Mezzojuso (Palermo)
San Giorgio Morgeto (Reggio Calabria)
Scanzano Jonico (Matera).

Inoltre si registra lo scioglimento anche dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria (sciolta anche nel 2008) e dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. Altro dato da non sottovalutare è che si tratta sempre di Amministrazioni collocate nel Sud del Paese.

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