Calabria
Riace, decaduto il sindaco leghista che sconfisse Mimmo Lucano
Il tribunale di Locri ha dichiarato decaduto il sindaco leghista di Riace che lo scorso 26 maggio ha vinto le elezioni subentrando a Mimmo Lucano. Per i giudici Trifoli non aveva diritto all’aspettativa e non poteva candidarsi nel Comune in cui era vigile urbano
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RIACE (RC) – Il sindaco leghista di Riace Antonio Trifoli, non era eleggibile e deve essere dichiarato decaduto. Il Tribunale di Locri chiude l’esperienza amministrativa di Trifoli e della sua maggioranza a trazione leghista ratificando la decadenza del sindaco dopo il parere richiesto dal Viminale e notificato alla Prefettura di Reggio Calabria. Candidato di una lista che comprendeva anche la Lega, non poteva essere candidabile né tantomeno eleggibile dal momento che era un ispettore della sicurezza del Comune, con contratto a tempo determinato e secondo il Tuel, il Testo unico sugli enti locali, questa è causa di ineleggibilità.
A oltre un mese dall’udienza, i giudici hanno accolto i ricorsi presentati da Maria Spanò, candidata a sindaco della coalizione avversario lista “Il cielo sopra Riace” e assistita dall’avvocato Francesco Rotundo e da un gruppo di cittadini. Spanò capeggiava la lista in cui era candidato a consigliere l’ex sindaco Mimmo Lucano, decaduto dopo il suo arresto nell’ottobre dello scorso anno per i presunti illeciti nella gestione dei migranti. Lucano, comunque, non era stato eletto. A Trifoli era contestata la legittimità dell’elezione in quanto dipendente a tempo determinato del Comune e dunque senza il diritto ad accedere all’aspettativa non retribuita per motivi elettorali. In più, da vigile urbano secondo il Tuel non poteva candidarsi nel Comune in cui ha svolto le proprie mansioni. C’è da sottolineare che quella del Tribunale non è un’ordinanza immediatamente esecutiva. La sua efficacia rimane sospesa fino alla celebrazione dell’eventuale appello. Fino ad allora Trifoli resterà in carica come sindaco.
Le dichiarazioni del sindaco
“Ho appreso da poco la decisione del Tribunale di Locri e resto sconcertato sulle motivazioni. Si vuole precludere il diritto all’elettorato passivo a chi dopo 20 anni è ancora precario della pubblica amministrazione”. Lo afferma, in una dichiarazione, il sindaco di Riace Antonio Trifoli, in relazione alla sentenza con cui é stata dichiarata la sua ineleggibilità. “Un sacrosanto diritto sancito dalla nostra Costituzione – aggiunge – che viene cancellato con un colpo di spugna senza approfondire attentamente la vicenda, tant’è che nel dispositivo si specifica che non esistono casi precedenti. Spero col cuore che il mio caso faccia giurisprudenza. Non per me, ma per le migliaia di colleghi che in tutti questi anni hanno visto negarsi tutti quelli che sono i principi essenziali della nostra Costituzione. Un precario a 900 euro al mese e un condannato per gravi reati sono messi sullo stesso piano. Il Governo e soprattutto il parlamento devono prendere atto che le regole del diritto in Italia sono quanto meno da rivedere”. “Ad oggi, inoltre – conclude Trifoli – è stata negata dalla Prefettura e dal Ministero dell’Interno la possibilità di visionare le carte riguardo a quello che ad oggi è un ‘parere fantasma’ che dichiara la mia presunta ineleggibilità”.
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