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Nuova fusione di Comuni in provincia di Cosenza, la Regione ‘congela’ la pratica

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Nuova fusione di Comuni in provincia di Cosenza, la Regione ‘congela’ la pratica

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I consiglieri di entrambi i Comuni si dicono favorevoli, ma la Regione Calabria rinvia la decisione. I ritardi burocratici intanto hanno determinato la perdita dei finanziamenti del fondo nazionale a sostegno delle fusioni

 

COSENZA – «Il consiglio regionale della Calabria del 29 aprile ha nuovamente deciso di rinviare la finalizzazione dell’iter della fusione tra San Marco Argentano e Cervicati, due comuni della provincia di Cosenza che, comunque, andranno al voto a fine maggio per il rinnovo dei consigli comunali. Poiché i due momenti sono indipendenti,  – scrive in una nota Francesco Aiello
ordinario di Politica Economica all’Università della Calabria e fondatore di OpenCalabria portale di divulgazione economica dedicato agli studi sulla Calabria e all’elaborazione di proposte di sviluppo locale – non è ben chiara la motivazione del rinvio, nonostante le dichiarazioni favorevoli di  un numero elevato di consiglieri sulla volontà della maggioranza e del consiglio regionale di approvare la proposta e di dare continuità al progetto di istituzione del nuovo comune. Al di la’ del fatto contingente di San Marco Argentano e Cervicati, questa decisione conferma la miopia e l’avversione di questo Consiglio Regionale nei confronti dei processi di trasformazione e di ottimizzazione del governo del territorio calabrese, che, in molti casi, è un processo necessario per soddisfare in ultima istanza la domanda di servizi da parte delle comunità di riferimento.

Il punto è che nella dinamica della rivisitazione degli assetti istituzionali prevalgono gli interessi di brevissimo periodo della politica, quando il tema necessita, piuttosto, di valutazioni sulle prospettive di medio periodo di molti piccoli comuni. Se è vero, com’è vero, che  nuovi modelli di organizzazione delle comunità garantiscono, in molti casi regionali, un recupero di efficienza e di razionalizzazione dei servizi – senza intaccare le identità dei luoghi – è anche vero che la politica perderebbe – in presenza di radicali riforme – un pezzo importante  degli spazi che  occupa nella società  calabrese. Intanto, regaliamo alle regioni centro settentrionali le risorse del fondo nazionale a sostegno delle fusioni. La questione è capire, quindi, se la miopia è di chi guida e indirizza la modernizzazione delle amministrazioni di prossimità  (le Regioni del  Centro Nord) oppure di chi (il Consiglio Regionale della Calabria) ignora le conseguenze di medio periodo determinate dal proprio lassismo in materia».

https://www.quicosenza.it/news/6844

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