Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

Morte in corsia: processo rinviato a metà novembre

Archivio Storico News

Morte in corsia: processo rinviato a metà novembre

Pubblicato

il

COSENZA – Processo con giallo. L’avvio della fase dibattimentale, sull’inchiesta giudiziaria, per la morte in ospedale di Ugo Pagliaro, deceduto il 10 novembre del 2009, dopo essere stato operato alla prostata, è stato caratterizzato dall’eccezione difensiva, sollevata dall’avvocato Pierluigi Pugliese,

legale di fiducia di Francesco Venuta, oggi ex primario del reparto di Urologia dell’Annunziata, al tempo dei fatti oggetto d’inchiesta, in servizio presso il nosocomio cittadino. Il penalista, infatti, in sede di apertura dell’udienza, ha fatto notare al giudice che, nell’eseguire l’esame autoptico, venne impedito all’indagato, al pari degli altri medici finiti sotto inchiesta (Gaetano Rende, Giuseppe Omero Mele e Rosamaria Mazza, difesi dagli avvocati Ninì Feraco e Sergio Sangiovanni, ndr), di partecipare con la nomina di un proprio consulente medico all’esame autoptico. L’avvocato Pierluca Bonofiglio, legale di fiducia della famiglia Pagliaro, costituitasi parte civile, a proposito dell’eccezione sollevata dal collega, ha evidenziato all’avvocato Pugliese e al giudice, che, all’epoca di fatti il primario non venne notiziato dell’autopsia su Pagliaro, in quanto il fascicolo d’inchiesta era stato aperto contro ignoti. Il giudice, prendendo nota dell’eccezione sollevata dall’avvocato Pugliese e della controrisposta del legale di parte civile, ha deciso di rinviare l’udienza al prossimo 12 novembre, riservandosi la decisione al riguardo. Qualora l’eccezione venisse accolta, i consulenti della procura e della parte civile che effettuarono l’esame autoptico sul cadavere di Ugo Pagliaro, non potranno comparire in aula in qualità di testi. Per tutti e quattro gli indagati, l’accusa è di omicidio colposo. Secondo la ricostruzione fatta dalla Procura della Repubblica di Cosenza, Ugo Pagliaro, affetta da un cancro alla prostata, era arrivato in ospedale per sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico per rimuovere il cancro. All’epoca, i sanitari, rassicurarono i familiari, dicendo loro che quello a cui avrebbero sottoposto il loro congiunto, era un classico intervento di routine e che non ci sarebbero stati rischi. Sempre secondo l’inchiesta, però, qualcosa in quell’intervento non andò a buon fine, tanto che, sospettano pubblica accusa e parte civile, una volta che il paziente uscì dalla sala operatoria, morì poche ore dopo. La convinzione della Procura della Repubblica e dei familiari di Pagliaro è che, mentre l’uomo era sul lettino operatorio, i sanitari effettuarono una manovra che gli procurò uno shock emorragico, che, purtroppo per lui, fu fatale. Se si fosse intervenuti in tempo, il paziente sarebbe ancora in vita? Se i sanitari si fossero accorti del malessere accusato da Ugo Pagliaro e l’avessero riportato subito in sala operatoria, cosa sarebbe successo? Domande, quesiti, interrogativi, sollevati dai familiari di Pagliaro e allo stato rimasti senza risposta, quella risposta che, sperano, possa arrivare dalla giustizia.

Pubblicità
Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA