Sanità, chiesta condanna Vendola

BARI – (Adnkronos/Ign) – La procura della Repubblica di Bari ha chiesto stamane una pena di un anno e 8 mesi per il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola

e per l’ex manager della Asl del capoluogo, Lea Cosentino, all’udienza del processo iniziato davanti al gup Susanna De Felice, relativo all’inchiesta sulla nomina del primario del reparto di Chirurgia toracica dell’ospedale ‘San Paolo’.

Entrambi sono accusati di concorso in abuso di ufficio perché avrebbero riaperto i termini del concorso che, per legge, erano scaduti. La sentenza è prevista per il 31 ottobre.Il governatore della Puglia si dice “assolutamente sereno”. “E’ del tutto ovvio – afferma il leader di Sel, candidato alle primarie del centrosinistra – che una sentenza di condanna, sia pure relativa a un concorso in abuso di ufficio, per me, sarebbe un punto di non ritorno, segnerebbe il mio congedo dalla vita pubblica. Ma una sentenza ispirata a verita’ e giustizia credo che restituira’ a me quello che mi e’ dovuto, cioe’ la mia totale innocenza”.”Credo che siano accadute diverse cose in questa fase del processo. E’ stata avanzata una richiesta esorbitante (di pena, ndr) rispetto a un teorema accusatorio che e’ stato in parte smontato dalla difesa della mia stessa accusatrice, la dottoressa Lea Cosentino” afferma il governatore. “Le due difese – aggiunge Vendola – hanno completamente ridimensionato la portata dell’interrogatorio da cui origina l’indagine penale. Il mio avvocato, credo, ha smontato minuziosamente tutta l’impalcatura accusatoria”.Per Vendola questa ‘smontatura’ riguarda “il fatto storico che io non conoscevo Paolo Sardelli (il primario vincitore del concorso, ndr), che non era mio amico o mio parente e che probabilmente apparteneva ad ambienti politicamente orientati a destra e che era soltanto un eccellente professionista. Questo e’ un fatto acclarato”.