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Il 2018 è un anno speciale per tutti i rumeni del mondo

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Il 2018 è un anno speciale per tutti i rumeni del mondo

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Quest’anno si celebra il centenario della liberazione della Transilvania, un avvenimento storico per l’intera comunità

 

BUCAREST – I rumeni rappresentano una delle comunità più importanti in Italia e a Cosenza. Per loro, come anche per i rumeni di tutto il mondo, quest’anno ha un significato particolare. Cento anni fa è stata compiuta l’unificazione di tutte le province storiche rumene in uno stato unico. Per questo, per la Romania, l’anno 2018 rappresenta l’anno del ”centenario della Grande Unione”. Come già sappiamo, alla fine della Prima Guerra Mondiale, il mondo e l’Europa hanno affrontato grandi cambiamenti. La maggior parte dei paesi europei intendevano liberare i loro territori, occupati dagli imperi multinazionali: Austro-Ungherese, Zarista e Ottomano. In tale circostanza si trovava anche il Regno della Romania che, nell’anno 1916, entrava in guerra accanto all’Antanta, al fine di liberare i rumeni della Transilvania, dall’occupazione dell’Imperio Austro-Ungherese. Lesercito rumeno ha avuto un apporto molto importante nello sforzo bellico dell’Antanta, sul fronte orientale, che ha causato ingenti sacrifici umani.

 

 

Il contributo rumeno agli sforzi di guerra dell’Antanta è stato significativo sul fronte orientale, anche le perdite di vite umane sono stati considerevoli: centinaia di migliaia di soldati rumeni hanno perso la vita per la causa nazionale. Da questo punto di vista, si può ritenere che, come anche altre nazioni, quali, ad esempio, quella italiana, i rumeni hanno raggiunto l’unione nazione con ingenti sacrifici. Quest’ultimi ed il contributo alla vittoria dell’Antanta hanno costituito argomenti rilevanti nel riconoscere, da parte dei Grandi Poteri – Stati Uniti, Inghilterra, Francia e Italia – l’unificazione dei territori rumeni, compiuta nell’anno 1918.Animati dall’ideale identitario, i rumeni dei territori occupati hanno intensificato l’attività nazionale alla fine della Prima Guerra Mondiale. Contribuendovi, in maniera rilevante, anche attraverso i principi di riorganizzazione del mondo postbellico, propugnati dal presidente americano Wilson, nel gennaio 1918.

 

 

Per i rumeni, come anche per le altre nazioni dell’Europa Centrale e Orientale, il più importante di essi è stato quello che stipulava il diritto delle nazioni all’autodeterminazione. Secondo il suddetto principio, i leader politici e intellettuali dei rumeni della Transilvania, Bucovina e Basarabia hanno avviato un processo storico fondamentale attraverso cui, dall’autodeterminazione nazionale, è stata compiuta l’unione delle suddette province con il Regno della Romania. Da sottolineare il carattere rappresentativo e plebiscitario delle decisioni e delle risoluzioni di unificazione, essendo l’esito della voglia liberamente espressa dalla maggior parte della popolazione. Queste decisioni fondamentali per la nazione rumena hanno ricevuto il riconoscimento internazionale al Congresso di Pace di Parigi degli anni 1919-1920, quando lo stato nazionale unitario rumeno è stato convalidato sul piano esterno, attraverso un sistema di trattati.

 

 

Gli ingenti sacrifici fatti dalla Romania durante la guerra, nonché la legittimità degli obiettivi nazionali rumeni hanno inclinato decisivamente la bilancia a favore del riconoscimento della Grande Romania da parte dei grandi poteri dell’epoca: Stati Uniti, Inghilterra, Francia ed Italia. Da sottolineare che l’esito di questo processo storico interno, nonché del riconoscimento internazionale, ha portato alla Romania interbellica, uno degli stati più importanti dell’Europa Centrale e Orientale. La Romania, quale membro di grande rilievo della Società delle Nazioni, è stata un sostenitore costante della pace e della conciliazione tra le nazioni, del rispetto del diritto internazionale. Sul piano interno, la Romania ha attuato profonde riforme democratiche, agrarie ed elettorali, avendo una delle più avanzate costituzioni in Europa, in cui i diritti e libertà civiche erano ben garantiti. A ricostruire gli accadimenti storici e arricchirli di particolari è stato negli anni  Antoniu Martin storico rumeno specializzato in storia contemporanea il quale ha inteso ricordare ai rumeni residenti in Italia l’importante valore storico del centenario.

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