Cultura & Spettacolo
Otello al Politeama di Catanzaro, un ottimo punto di partenza: spettacolare il Coro Lirico Siciliano
E’ andato in scena sabato 5 maggio al Politeama di Catanzaro Otello di Giuseppe Verdi, sotto la direzione di Filippo Arlia e la regia di Luciano Cannito ed è stato un successo senza precedenti che ha registrato il sold out già diversi giorni prima del debutto.
CATANZARO – Mettere in scena un’opera come Otello richiede sforzi economici importanti, un gran numero di prove di regia e musicali, complessi corali e orchestrali di grosse dimensioni e molto ben preparati e, naturalmente, un direttore d’orchestra, un regista e un cast di assoluto prestigio. Nel tempio dell’arte catanzarese è stato compiuto un miracolo, come qualche volta avviene sulle tavole di un palcoscenico: professionalità, doti musicali, attoriali, vocali non comuni, esperienza e, soprattutto, una enorme abnegazione e voglia di fare arte, hanno compiuto un miracolo. In pochi giorni, infatti, con ritmi serratissimi, si è riusciti a mettere in scena una produzione che non soltanto è risultata entusiasmante per il numerosissimo pubblico presente in sala, che ha tributato lunghissimi applausi a tutti gli artisti, ma un vero e proprio miracolo, con una messa in scena da fare invidia a stagioni liriche di ben altra entità.
Tutto questo è stato possibile grazie a due capitani di sicuro successo, Filippo Arlia (non a caso il più giovane direttore di conservatorio d’Italia) in qualità di concertatore e direttore d’orchestra e Luciano Cannito, brillante regista della produzione calabrese. La storia scritta da Shakespeare è nota a tutti e narra dell’immenso e potente amore tra il generale Moro Otello e di Desdemona, figlia di un nobile veneziano; amore che finirà nella maniera peggiore possibile, con l’uccisione di Desdemona da parte di Otello e il successivo suicidio di lui, una volta scoperto che il presunto tradimento è una messinscena del perfido Jago, segretamente innamorato della stessa Desdemona. Penultima opera del grande Maestro bussetano, Otello rappresenta un momento di transizione col passato, con fraseggi musicali arditi e la sempre minore presenza di numeri chiusi. Musiche meravigliose e intrecci armonici puri e romantici accompagnano tutta l’opera, dallo scoppiettante inizio, passando per le arie e concertati più significativi, per concludersi con il tragico finale della storia. Significativo il cast scelto per la rappresentazione, che ha visto schierati artisti di sicura professionalità come Leonardo Gramegna (Otello), Dragutin Matic (Jago), Joanna Parisi (Desdemona), Alessandro D’Acrissa (Cassio), Guido Bernoni (Roderigo), Stanislav Chernenkov (Lodovico), Lorena Zaccaria (Emilia), Salvo Pio Grasso (Un Araldo) e Gabriele D’Orazio (Montano). Tutti gli artisti si sono distinti per una prestazione professionale, svolta dando il massimo possibile sulla scena. Si segnalano, in particolare, il bel timbro squillante di Gramegna, la calda voce di Parisi, la cavernosità delle sonorità di Matic, la sicura emissione di D’Acrissa e il colore interessante di D’Orazio. Filippo Arlia ha, come sempre, rappresentato le sue ottime doti di concertatore, imprimendo alla partitura tutte le sfaccettature che l’opera richiede, con particolari momenti di slancio nelle parti concertate tra interpreti e coro. Ottimo equilibrio tra buca e palcoscenico, sonorità e ritmi sempre ben sostenuti, fraseggi eleganti hanno scandito le quasi tre ore di spettacolo. Di grande effetto la regia di Luciano Cannito, cui va il merito di aver creato una atmosfera convincente e aver saputo muovere in particolare anche le masse sul palcoscenico con “scenica scienza”, di concerto con scene, proiezioni costumi e luci di Gianmaria Romagnoli. Molto interessante la prova dell’Orchestra Filarmonica della Calabria, capace di sonorità molto importanti e di escussioni dinamiche adeguate alla partitura, oltre che di una fusione molto ben calibrata. Una menzione a parte va data all’eccellente complesso corale che porta il nome di Coro Lirico Siciliano (e nel quale trovano posto numerosi artisti calabresi e anche catanzaresi).

Il complesso corale siciliano si è distinto per precisione musicale e ritmica, coesione, fusione e amalgama, vocalità e, ultima ma non per importanza, capacità attoriale, ricevendo, a fine rappresentazione, unanimi consensi da tutto il pubblico presente in sala che ha costretto il Maestro del Coro, Francesco Costa, a tornare due volte a ricevere gli applausi. Il livello di professionalità raggiunto dall’Ente siciliano è davvero ragguardevole ed è garanzia di sicura riuscita dello spettacolo. Otello è un’opera corale, dove le masse sono protagoniste, in buca come sul palcoscenico e il coro, così come l’orchestra, hanno dimostrato di saper essere protagonisti nel capolavoro di Verdi. Li avevamo già apprezzati nelle produzioni sinfoniche e operistiche dell’Orchestra Filarmonica della Calabria, con la quale ormai il CLS ha formato un duetto di grande eccellenza artistica, ma li abbiamo trovati cresciuti ulteriormente. Non a caso, il Coro Lirico Siciliano e il suo maestro Francesco Costa hanno ottenuto il prestigiosissimo riconoscimento dell’International Opera Awards – Gli Oscar della Lirica, al ritorno da una delle fortunate tournée in cui il coro viene chiamato all’estero, in estremo oriente, e dove ha portato produzioni firmate da Franco Zeffirelli. Straordinarie, in particolari, le capacità di aderenza dal punto di vista della dinamica e dell’agogica che richiede la partitura, che ha consentito di passare, così come prescritto dal Cigno di Busseto, da pianissimi a fortissimi senza soluzione di continuità. In questa stagione la Calabria ha, purtroppo, visto una sola rappresentazione operistica, Otello per l’appunto, presso il teatro del capoluogo di regione, ma possiamo dire che sia valsa la pena attendere tanto per vedere una rappresentazione di questo livello. Ci si augura, adesso, che chi di competenza si attivi per trovare fondi sufficienti per poter creare una vera e propria stagione d’opera, visto anche lo straordinario successo di pubblico e l’elettricità che si poteva apprezzare in sala. L’opera è la summa di tutte le arti, rappresentando, in un tempo, sul palcoscenico, prosa, musica, balletto e un tale tripudio artistico deve necessariamente trovare un posto di prestigio nei cartelloni dei maggiori teatri calabresi. Francesco Costa, ai microfoni di RLB :“Complimenti, al momento, ai vertici della Fondazione Teatro Politeama – Città di Catanzaro per essere riusciti a captare questa straordinaria occasione che, siamo certi, non rimarrà un caso unico ma rappresenterà un ottimo punto di partenza a partire dal quale costruire una stagione di ancora maggior successo in un prossimo futuro”.
Social