Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

Armi, droga ed estorsioni: colpita organizzazione ‘ndranghetista in Piemonte

Calabria

Armi, droga ed estorsioni: colpita organizzazione ‘ndranghetista in Piemonte

Pubblicato

il

I Carabinieri del Comando provinciale di Asti stanno eseguendo decine di ordinanze di custodia cautelare.

 

TORINO – L’operazione vede impegnati circa 300 militari dell’Arma per l’esecuzione di ventisei ordinanze cautelari emesse dal gip di Torino a conclusione di una complessa indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia torinese. Estorsioni, traffico di armi e droga i reati contestati a vario titolo a quella che per gli inquirenti era una vera e propria organizzazione criminale di matrice ‘ndranghetista attiva nell’Astigiano e nel Cuneese. L’operazione è stata denominata ‘Barbarossa’ e sono finite in manette 26 persone. Inoltre sono state effettuate 78 perquisizioni. Per gli inquirenti, quella smantellata oggi con l’operazione ‘Barbarossa’, è una una vera e propria organizzazione criminale di matrice ‘ndranghetista attiva nell’Astigiano e nel Cuneese.

 

Gli indagati sono accusati in concorso di associazione di stampo mafioso. Al sodalizio criminale gli inquirenti contestano, fra le altre cose, un omicidio, due tentati omicidi, numerose rapine, estorsioni, furti, traffico di armi e droga. Nel corso dell’indagine e’ stato accertato che l’associazione si era infiltrata in diversi settori economici: edile, agricolo commerciale e sportivo. La nuova locale di ‘ndrangheta con sede ad Asti, aveva le sue ramificazioni in localita’ “insospettabili” come Costigliole d’Asti, Agliano Terme, Castelnuovo Don Bosco, Castagnito, Canelli, Isola d’Asti, Mombercelli, Calosso e la piu’ nota Alba. A capo della locale tre famiglie residenti in provincia di Asti, in costante contatto con gli esponenti della ‘ndrangheta calabrese, in particolare delle provincie di Catanzaro e Vibo Valentia.

 

In ambito sportivo, e’ stato provato il ruolo centrale delle famiglie Catarisano e Zangra’, che controllavano le squadre di calcio dell’Asti e della Pro Asti Sandamianese mentre la famiglia Stambe’ aveva interessi nell’Us Costigliole Calcio e nella Motta Piccola California. Inoltre, sia gli Stambe’ che gli Zangra’, facevano affari con due aziende di calcestruzzi, la Concretocem Snc e la Mercurio Calcestruzzi Snc nonche’ con l’azienda agricola Giacosa Sas. L’indagine, avviata nel maggio 2015, oltre alle provincie di Asti e Cuneo, ha interessato anche quelle di Alessandria, Torino, Milano e Savona.

 

Tre le famiglie coinvolte nell’indagine durata oltre due anni: i Catarisano, gli Emma e gli Stampè. “Si conclude un’articolata indagine partita a maggio 2015 da alcuni atti intimidatori avvenuti nell’Astigiano”, ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Asti, Colonnello Bernardino Vagnoni. Secondo l’accusa il ‘capo’ di riferimento, che faceva da tramite tra Asti e Vibo Valentia, era Rocco Zangrà, residente ad Alba in provincia di Cuneo. “Un organigramma con ruoli, gradi e ‘doti’ assegnate a ognuno – ha aggiunto – e il classico rito di affiliazione, con il santino bruciato col sangue”. Per tutti l’accusa è di associazione a delinquere di stampo mafioso connessa ai reati contestati a vario titolo. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati 21 fucili e 16 pistole con relativi munizioni e droga: 10 chili di marijuana, un etto di cocaina e un etto di hashish.

Pubblicità
Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA