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Rubano vestiti in un negozio, in manette tre persone

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Rubano vestiti in un negozio, in manette tre persone

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Bloccati dai dipendenti, i tre complici, due donne e un uomo, per sfuggire ai controlli, hanno indossato la merce rubata per un valore di 200 euro

 

ROSSANO – Volevano portare via capi di abbigliamento nascosti, una parte in alcuni sacchetti, ed altri indossati sotto gli abiti, tre persone di nazionalità romena, R.A.M., 23 anni, C.M.A., 36 anni e G.G., 29 anni, finiti in manette con l’accusa di furto aggravato in concorso. Ad arrestarli i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Rossano intervenuti su segnalazione dei dipendenti che avevano notato lo strano atteggiamento dei tre all’interno dell’esercizio commerciale.

I tre malviventi, intorno a mezzogiorno, sono entrati all’interno del noto negozio di abbigliamento di Rossano,  in viale Sant’Angelo, ed approfittando dell’affluenza all’interno dell’esercizio commerciale, dovuta agli ultimi giorni di saldi, hanno cercato di confondersi tra i clienti intenti a fare acquisti. Mentre il ragazzo  stava di guardia per capire se i dipendenti controllassero, gli altri due complici, le due ragazze, arraffavano i vestiti nascondendoli, alcuni sotto gli abiti indossati, altri in svariati sacchetti che avevano nascosto nelle borse al momento dell’ingresso all’interno del negozio.

Con indosso un bottino di duecento euro, i tre si sono diretti con decisione verso l’uscita, tentando di darsi alla fuga. I dipendenti che avevano notano lo strano atteggiamento e insospettiti dai movimenti dei tre,  hanno deciso di bloccarli prima che raggiungessero l’uscita e dare l’allarme ai militari dell’Arma. I carabinieri, giunti sul posto, nell’immediato hanno perquisito i tre romeni, rinvenendo la merce rubata, tra cui molti capi ancora con i cartellini attaccati. Sono state raccolte poi le dichiarazioni dei dipendenti. La merce è stata restituita all’esercizio commerciale. Per i tre sottoposti a direttissima, il giudice ha convalidato l’arresto disponendo solo per per una delle due donne, con precedenti specifici, la condanna a quattro mesi di reclusione ai domiciliari

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