Segnala una notizia

Hai assistito a un fatto rilevante?
Inviaci il tuo contributo.

Richiedi info
Contattaci

PET Mariano Santo, entrata in funzione da poco è già guasta

Area Urbana

PET Mariano Santo, entrata in funzione da poco è già guasta

Pubblicato

il

Dal 15 novembre i pazienti sono costretti di nuovo ad emigrare in altre città per eseguire l’esame

 

COSENZA – “Con l’arrivo della PET (Tomografia ad Emissione di Positroni) al Mariano Santo terminano i viaggi della speranza dei pazienti oncologici e viene messa la parola fine anche alle lunghe liste d’attesa cui erano costretti. Ecco perché esprimiamo la nostra soddisfazione per un evento che va salutato come una grande conquista di civiltà”. Così affermavano lo scorso anno, in una dichiarazione congiunta, i componenti della Commissione consiliare sanità. Ma a distanza di pochissimo tempo da quando è entrata in funzione la PET, qualcosa è andata storta. I pazienti, infatti, lamentano il grave fatto che – dal 15 di novembre – “a causa di un guasto” all’apparecchiatura, non è possibile eseguirla ma bisogna (su indicazione stessa dei camici bianchi) recarsi presso Torre Annunziata o Napoli (le città più vicine dov’è possibile effettuare l’esame, calcolando che Catanzaro e Reggio Calabria sono sature di richieste).

Per la prima volta a Cosenza era arrivata una strumentazione in grado di stabilire in maniera più precisa lo stadio della malattia, il suo grado di aggressività ed anche gli effetti, sulle neoplasie tumorali, dei trattamenti di radio e/o chemioterapia. Tuttavia il “sogno” è durato pochissimo tempo e i malati sono costretti di nuovo a recarsi in altri luoghi per eseguire l’esame (i casi urgenti non possono certamente attendere che venga ripristinato il macchinario). Tanti cittadini si chiedono “come sia possibile che il prezioso strumento di ultima generazione, collaudato, nuovo e utilizzato per pochissimo sia già guasto?”. Le risposte possibili sono due: o è stato fatto un collaudo superficiale o il macchinario è difettoso, ma verrebbe comunque da chiedersi come mai del difetto non vi si è accorti prima; considerando che l’avanzata tecnologia, è costata un milione ed ottocentomila euro. Una spesa non certo di poco conto. Si ritorna, perciò, al punto di partenza: circa quattromila richieste annue di PET; gli esami si devono svolgere fuori Regione; con un costo per la sanità regionale di 1.100 euro per ogni prestazione. Aggiungendo, ovviamente, la spesa del macchinario oggi inutilizzabile.

Pubblicità
Pubblicità .

Categorie

Social

quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA