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Falsetta su Agenzia delle Entrate Cosenza: “dobbiamo chiamare Striscia la Notizia?”

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Falsetta su Agenzia delle Entrate Cosenza: “dobbiamo chiamare Striscia la Notizia?”

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Una richiesta, quella di annullamento del provvedimento, reiterata più volte invano dall’Avv. Falsetta al Funzionario Responsabile del Procedimento Dott. Arcangelo Furfaro, con il quale l’Avvocato, a fronte di un atto di accertamento firmato dallo stesso Furfaro, ha chiesto di rapportarsi sin dalla prima convocazione per il contraddittorio presso l’Ufficio in questione, sollecitando un rinvio dell’incontro, in quanto riteneva equo interloquire non con i suoi sostituti, bensì con il Responsabile del Procedimento, quale, appunto, Furfaro, assente in prima convocazione, mentre presente, su richiesta dell’Avvocato Falsetta, dalla seconda convocazione in poi.

Tuttavia, nell’ambito dell’attività di contraddittorio espletata presso la Direzione Provinciale di Cosenza, veniva prodotta perizia giurata con allegata documentazione fotografica attestante lo stato di conservazione dell’immobile all’epoca del trasferimento della piena proprietà, nonché le fatture riguardanti i costi sostenuti per l’esecuzione dei lavori sull’immobile medesimo. L’ufficio in questione, paradossalmente, dichiarava di non concordare con la rappresentazione fornita dal contribuente, in considerazione dell’importo esiguo documentato in riferimento al recupero edilizio posto in essere.

Invero, è abbastanza noto come, a fronte della “crisi economica” che la società oggi attraversa, ognuno cerchi di operare in parte anche “in economia” (come specificato nella stessa Cila presentata al Comune di Cosenza) al fine di valorizzare la propria attività lavorativa.
Per quanto riguarda, invece, l’aspetto specificatamente commerciale, il magazzino, come dichiarato nella stessa perizia, è ubicato in via Piave, zona distante dalla viabilità, e che presenta una larghezza tale da non garantire il doppio senso di marcia, oltre a limitare la possibilità di parcheggio per i non residenti.

Questo comporta, come affermato, d’altronde, nell’ambito della stessa ricostruzione comparativa effettuata da codesto Ufficio rispetto agli altri immobili situati nelle zone limitrofe, una “minore vocazione commerciale” dell’immobile di cui è causa. Ciò nonostante, le stime comparative utilizzate dall’Ufficio in questione come termine di raffronto con l’immobile di cui è causa, riguardano immobili situati in contesti di alto pregio e caratterizzati da elevata vocazione commerciale, come dichiarato dallo stesso Ufficio in seno alle fotografie in relazione agli altri immobili, mentre, con riferimento al magazzino de quo, l’Ufficio competente, pur ben guardandosi dal definirlo di alto pregio e di elevata vocazione commerciale, ha ritenuto ugualmente nonché assurdamente di compararlo agli altri immobili!

FOTO LOCALE 2Questo significa che il malcapitato contribuente, nonostante avesse compiuto ogni sforzo sia per l’acquisto dell’immobile e sia per migliorarne lo stato di conservazione esistente all’atto del trasferimento della proprietà, accollandosi, peraltro un “mutuo” , ha dovuto per giunta subire il raffronto con beni ognuno dei quali ha una storia a sé, e le cui caratteristiche e condizioni nulla c’entrano con l’immobile di cui è causa. Niente di più illegale!

Da qui deriva la fondamentale importanza del “sopralluogo”, per poter guardare la realtà con i propri occhi anziché attraverso Google, prima di tassare immotivatamente coloro che operano con lealtà e rettitudine. “Troppo comodo” limitarsi a riportare, soltanto affacciando sul web, l’immagine dell’immobile così com’è oggi, e non allo stato in cui si trovava all’epoca del trasferimento della proprietà, uno stato documentalmente provato, e, nonostante ciò, completamente ignorato dal suddetto Ufficio, il quale ha proceduto inconcepibilmente a determinare maggiori imposte! “Troppo comodo” limitarsi a stampare le fotografie di immobili tra loro diversi per collocazione, caratteristiche e storia, accostandole ad un altro bene al solo fine di tassare!

Questo rivela, pertanto, come gran parte degli accertamenti vengano effettuati dall’Ufficio, senza che il funzionario si alzi dalla scrivania e vada a verificare lo stato di conservazione nonché la qualità dell’immobile. E’ evidente che accertamenti di questo tipo finiranno sempre e immancabilmente per dare una valutazione non corretta, anzi nella maggior parte dei casi, distorta del bene. Con particolare riferimento all’Ufficio Territoriale di Cosenza che ha provveduto ad emettere l’atto, è inconcepibile come non abbia preso coscienza dell’insufficienza dei dati in suo possesso e li abbia utilizzati come “oro colato” ai danni del contribuente. Questo illegittimo modus operandi non potrà mai trovare giustificazione alcuna nel nostro ordinamento giuridico, in quanto rappresenta, specie in questo complesso e delicato momento storico, un vero e proprio “abuso sociale”.

Ed è proprio tale abuso a far decadere, nelle nuove generazioni, ogni aspettativa di vita, per il fatto stesso di vedersi traditi da coloro che si ergono a paladini dello Stato, o meglio, che si convincono di essere i guerrieri dello Stato contro un’evasione fiscale che gli conviene generalizzare, ma che in realtà, in quei casi di documentata lealtà, è soltanto nel loro immaginario, perché è soltanto quell’immaginario che gli consente di tollerare i propri soprusi. In realtà, uno Stato di diritto rifiuta questi falsi guerrieri, in quanto non fanno parte della sua “naturale costituzione”, poiché traditori dei cittadini. Pertanto – continua Falsetta -, riferendomi ora all’aspetto prettamente giuridico, ho provveduto a notificare all’Agenzia delle Entrate – Direzione provinciale di Cosenza, un’istanza di mediazione, nella quale ho chiesto l’annullamento dell’atto in questione, e, se rigettata, procederò, naturalmente, all’instaurazione del giudizio. Inoltre – conclude Falsetta -, ho deciso di condurre una battaglia “pubblica” al fianco di tutti quei contribuenti che non hanno, molte volte, gli strumenti per difendersi, e che, impotenti, preferiscono aderire alle commedianti valutazioni poste in essere dalle Direzioni locali dell’Agenzia delle Entrate al fine di evitare ogni ulteriore conseguenza.

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