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Fondazione Campanella, i 172 dipendenti licenziati ai politici calabresi: ‘pagliacci’
CATANZARO – Alla fine sono stati licenziati in 172, tra medici, biologi, infermieri ed operatori.
Con un comunicato è arrivata la notizia ai dipendenti in esubero dela Fondazione per la ricerca e la cura dei tumori Tommaso Campanella di Catanzaro: “Dopo aver atteso invano per anni che si trovasse una soluzione – riferisce il comunicato – la Fondazione è stata costretta a licenziare il personale in esubero in conseguenza della drastica ed incomprensibile riduzione dei finanziamenti e dei posti letto. Il provvedimento riguarda medici, biologi, infermieri professionali, operatori socio sanitari ed amministrativi”. “Le responsabilità sono di chi, negli ultimi anni – prosegue la nota – con molta superficialità ha assunto decisioni o proposto soluzioni senza rendersi conto delle conseguenze di quelle stesse decisioni”. “Rimane la speranza – hanno precisato il presidente della Fondazione Paolo Falzea e il direttore generale Mario Martina – che in un futuro, che si auspica molto prossimo, si possano realizzare le ipotesi formulate all’unanimità dal Consiglio regionale della Calabria (aumento dei posti letto) e dalla struttura del Commissario per il rientro dal deficit sanitario (attivazione di nuovi servizi) che consentirebbero nei prossimi mesi di riassumere in larga parte il personale oggi licenziato. La Fondazione accetta la sfida di essere remunerata a prestazioni come una clinica privata anche se, occorre ricordarlo, è costituita da due enti pubblici, e persegue fini pubblici di formazione, ricerca ed assistenza alla stregua di un policlinico universitario”.
E i dipendenti rispondono al licenziamento definendo i politici calabresi dei ‘pagliacci’
Il personale licenziato dalla Fondazione Tommaso Campanella ha diramato una nota dura e diretta: “Cosa è accaduto in questi anni? Il nulla, anzi no: sono partite le lettere di licenziamento per 172 dipendenti, il 23 novembre si scrutinano le schede elettorali per il nuovo Consiglio e per noi da lunedì non ci sarà una poltrona sulla quale sedersi, perché non avremo neanche il posto più per lavorare”. “Da parte di coloro – prosegue – che pagliacci, anzi, scusate, quelli fanno ridere per professione questi sono burloni e fanno ridere non volendo, da parte loro il nulla. E’ straordinario che le sorti della Fondazione e del suo personale sia nelle mani di Antonella Stasi (rammentiamo che non è consigliere visto che il passaggio delle urne non lo ha affrontato e si guarderà bene dall’affrontarlo in questa tornata) che è in un incredibile conflitto di interessi, dovendo aprire un centro Oncologico Marrelli Hospital, per fare guadagnare denari. E’ incredibile che l’intera giunta complice di Peppe DJ e Stasi ha creduto di riuscire ad arrivare alle elezioni senza problemi, ma è giunta anche la fine delle parole in libertà anche per loro”.
“Vorremmo solo chiedere – aggiugono i licenziati della Fondazione – se riescono a capire che il terrore che li attraversa di non essere più rieletti per 20 di loro sia commisurabile al nostro di terrore di non avere più uno stipendio e un lavoro. Dei malati abbiamo capito da tempo che rappresentano un ostacolo, un problema ma non una priorità. Non vogliamo offendere nessuno, si sono offesi da soli se dopo tanti anni non hanno trovato una soluzione o sono incapaci o sono in malafede in tutti e due i casi non meritano di essere rieletti e rappresentare i calabresi, ma il 23 novembre per fortuna sta arrivando. Ma i fatti non possiamo dimenticarli. Rinviate i licenziamenti, stiamo trovando una soluzione, siamo vicini a voi, i malati avranno le cure, il lavoro sarà tutelato. Ma non avete vergogna? Scopelliti dice di aver risparmiato in sanità. Ma si chiama risparmio non pagare i debiti? Da domani risparmieremo tutti col modello Scopelliti (forse avrà più fortuna del modello Reggio) non paghiamo le bollette e avremo risparmiato. In fondo il metodo Scopelliti è sempre stato quello che se qualcuno poneva il problema, si rimuoveva l’uomo immaginando che il problema si fosse risolto. Ma tutta quella sfilza di politicanti (riteniamo ancora che il politico sia una cosa seria), che fine hanno fatto? Salerno, Tallini, Abramo, Aiello, Gentile, Talarico, che hanno bivaccato alla corte di Scopelliti avallandone scelte e comportamenti dove sono?”. “Non gongolino a sinistra – conclude la nota – quelli in seno al Consiglio hanno fatta una falsa opposizione, quelli fuori si interessavano della Fondazione solo se potevano utilizzarla a fini elettoralistici. E i sindacati? Beh stendiamo un pietoso velo”.
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