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Cosenza ricicla l’olio usato salvando l’ecosistema marino
COSENZA – Il residuo del cambio dell’olio di un’autovettura, se versato in acqua inquina una superficie grande come sei piscine olimpiche.
L’olio usato è ciò che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. Se eliminato in modo scorretto questo rifiuto pericoloso può danneggiare gravemente l’ambiente. A contatto con l’acqua, infatti, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. In tutta Italia, delle 396mila tonnellate di olio lubrificante che sono state immesse al consumo nel 2013, il Consorzio Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati ha raccolto 171mila tonnellate di olio usato, la quasi totalità del potenziale raccoglibile. In Calabria sono state recuperate 2.525 tonnellate, 804 delle quali in provincia di Cosenza. La piccola percentuale che ancora sfugge alla raccolta si concentra nel settore industriale e in particolar modo nel “fai da te” in autotrazione, nautica e agricoltura. “Si tratta di circa 10mila tonnellate che, se fossero tutte sversate in mare, inquinerebbero una superficie pari a 47 volte il Lago di Garda. Con la nostra attività di comunicazione – conclude Mastrostefano direttore Strategie, Comunicazione e Sistemi del COOU – cerchiamo di modificare i comportamenti scorretti di chi crede che piccole quantità di olio usato disperse nell’ambiente non provochino danni gravi”. Dal 1984, in 30 anni di attività il COOU ha raccolto 5 milioni di tonnellate di olio usato, che avrebbero potuto inquinare una superfice d’acqua pari a due volte il Mar Mediterraneo.
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