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Inchino della Madonna ai mafiosi. E’ la chiesa a dover trovare il coraggio
In Calabria come in Campania la storia si ripete.
A Vibo come a Oppido Mamertina ancora una volta la “chiesa” si inchina al potere della ndrangheta: per fortuna quella parte di “non chiesa” che comunque ancora la si lascia “operare” nella chiesa. L’accostamento potrebbe sembrare azzardato ma, il risultato è uguale: Schettino si inchina all’Isola del Giglio trasformando la Concordia da nave di lusso e di divertimento in una tomba; a Oppido la Madonna la fanno inchinare davanti alla casa dello ndranghetista uccidendo nuovamente Gesù sulla Croce, uccidendo la chiesa. Il fattaccio succede proprio all’indomani della partenza di papa Francesco da Cassano dove, senza remore e senza paura aveva detto che i mafiosi sono fuori dalla chiesa, sono scomunicati. Un fatto clamoroso che avrà sicuramente un seguito, anzi un seguito lo dovrà avere per forza. Il Vescovo della Diocesi di Oppimo-Palmi così commenta: “Il fatto è grave e prenderemo dei provvedimenti contro chi ha inchinato la statua della Madonna. In tempi brevi prenderemo tutte le informazioni in modo da avere un quadro completo, sia sui fatti che sulle persone, di quanto è accaduto”. Un “affare” quello di Oppido che non è solo della chiesa ma, anche della società civile e delle forze dell’ordine. Così il comandante provinciale dei carabinieri di Reggio: “Nel nostro Paese ci sono state già altre vicende analoghe. Non molto tempo fa è successo a Vibo Valentia. Ahimè, purtroppo è un fenomeno diffuso in queste zone”. Poi smentisce che il maresciallo abbia lasciato la processione: “Il maresciallo dei carabinieri Marino e i suoi uomini quando si sono accorti di quello che stava per accadere si sono allontanati per poter documentare. Non hanno abbandonato il corteo”. Abbiamo video e fotografie sia di chi ha inchinato la statua sia di chi ha dato l’ordine di farlo”. Il Vescovo, intanto, in attesa di prendere provvedimenti, commenta: “non si può negare che attorno e accanto a questa posizione ferma di tante persone, sopravvive ancora, per tanti motivi, questa forma di omertà, di paura, di non avere il coraggio, o di volere comunque imporre stili che, comunque, con la fede nulla hanno a che fare”. Il Vescovo forse dimentica che prima di chiedere coraggio ai fedeli la forza ed il coraggio deve partire proprio dalla chiesa, da quei vescovo e quei sacerdoti che, per troppo tempo si sono inchinati e continuano ad inchinarsi al potere mafioso.
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