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Trasbordo armi chimiche, il sindaco: ‘Se lancio l’allarme chiudetevi in casa’
SAN FERDINANDO (RC) – L’Ark Futura è già a largo di Gioia Tauro.
Mercoledì, provvederà a trasferire le armi chimiche provenienti dalla Siria sulla nave statunitense che le distruggerà nel mar Mediterraneo, nei pressi dell’isola di Creta, mediante un particolare processo di idrolisi: il Field Deployable Hydrolysis System, mai usato in mare. Il tutto durerà circa tre mesi. L’Ark Futura, dopo aver scaricato 650 tonnellate di armi chimiche in Calabria, proseguirà poi il suo viaggio per Gran Bretagna e Finlandia dove ne saranno smaltite oltre 200 tonnellate. A Gioia Tauro il trasferimento avverrà da banchina a banchina senza toccare terra. Dal Pentagono informano che il trasbordo durerà diversi giorni, mentre la Cape Ray, partita Mercoledì da Rota, in Spagna, dovrebbe essere già arrivata in Calabria. Sessanta container contenenti almeno 20 tonnellate di iprite, il ‘gas mostarda’ che può uccidere in dieci minuti (con concentrazioni di 0,15 milligrammi per litro d’aria), e altre sostanze di cui, ad ora, non si conosce la natura, saranno spostati da una nave all’altra. Nel corso delle esercitazioni uno di questi container è scivolato sfuggendo al controllo degli operatori, ma, fortunatamente, si trattava solo di una simulazione. L’allerta ‘reale’ scatterà 72 ore prima del trasbordo, a quel punto ci sarà l’attivazione del piano stilato dalla Prefettura di Reggio Calabria. L’evento sarà seguito in diretta streaming dal Comune di San Ferdinando e trasmesso anche sul sito Quicosenza.it.
Qualora dovessero verificarsi incidenti o anomalie nel corso del ‘trasloco’ delle armi di Damasco sarà proprio il sindaco di San Ferdinando a lanciare l’allarme alla cittadinanza. Domenico Madafferi è il primo cittadino del circondario che ingloba il porto più grande del Mediterraneo, snodo nevralgico per il traffico internazionale di cocaina, cui attività, come evidenziato più volte dalla commissione parlamentare antimafia, è controllata quasi esclusivamente dalla ‘ndrangheta e dalle cosche egemoni del reggino tra cui spicca il clan dei Piromalli. L’idea che il trasbordo avvenisse a Gioia Tauro non ha mai trovato il suo consenso. “L’ho saputo solo quattro ore prima dell’annuncio ufficiale del ministro Bonino, – afferma Madafferi – con i sindaci dell’intera Piana di Gioia Tauro abbiamo da subito protestato contro questa decisione. Le autorità locali sono state ignorate. E’ stato fatto tutto da Roma. Per impedire il trasbordo abbiamo consultato più di un esperto di diritto internazionale in quanto avevo intenzione di disporre la chiusura del Porto, ma le norme vigenti non lo consentono. Si sarebbe potuto applicare il ‘principio di precauzione’, però può essere attivato solo se non vi sono misure preventive atte a garantire la sicurezza e l’incolumità della popolazione. La Prefettura, sulla carta, ha preparato un piano dettagliato per arginare eventuali emergenze. Quindi non avevamo i requisiti per appellarci a tale principio. So che saranno allestite nel porto delle sale di contaminazione e dei presidi medici. Intanto qualora dovesse succedere qualcosa dovrò essere io a lanciare l’allarme. A breve farò pubblicare e divulgare un vademecum per i residenti. Per ora posso dire che se ci dovessero essere anomalie nel trasbordo i cittadini dovranno chiudersi in casa e tappare sia porte sia finestre“.
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